E’ stata buffa l’Orietta quando l’ho incontrata all’esselunga mentre mi dirigevo verso il luogo dell’appuntamento con Gianni davanti al bar, stava chiacchierando animatamente come suo solito con una delle sue amiche (quelle figliole, le chiama), la prendo mi stringe, le confido che sono tutta imbellettata e tirata a lucido che di lì a pochi secondi avrei visto il famoso Gianni, proprio quello di cui ho tanto parlato al gruppo alcolisti, e lei all’orecchio mi fa: e vedi di farti risbaciucchiare, sai! E’ stato così tenero il tipo, che dopo mezzora che si parlava di me e dei miei progressi ma anche dei miei nuovi obiettivi da raggiungere, soddisfatta sempre, ma accontentata mai, gli domando del perché si parla sempre e così tanto di me e mai di lui nei nostri incontri, e lui mi risponde che è perché sono io la cosa più importante, adesso. Mi sono sciolta. Mi sno avvicinata per baciarlo e lui mi ha detto, rosso in volto, dopo, qui c’è il palcoscenico. Non mi ha detto no. Mi ha detto dopo. C’era nell’aria un’aspettativa di qualcosa di bello, di dolce, e di giusto, che ci ha tenuti sul filo e percorso le braccia di brividi mentre incrociavamo le nostre dita attorno alla piantina così bisognosa d’amore, era una piccola me, da maneggiare con cura. Mentre mi riaccompagnava a casa ed eravamo sul punto di baciarci, è squillato il telefono di quel cerotto hansaplast di mio padre che per mezza linea di febbre e un colpo di tosse ogni morte di papa sembra che muoia ogni volta, e se non fosse che m’ha fatto tenerezza anche lui e spiegare sorridendo la situazione, gli avrei spezzato il collo per aver interrotto l’atmosfera di spuma e preludio che si stava montando nell’avvicinarsi dei nostri volti. Abbiamo però lungamente rimediato alla temporanea messa in stand-by del nostro gioco a cercarci tra un sacchetto di pere abate e una confezione di lenticchie biologiche che mi ha portato (per il ferro, mi dice, se proprio proprio voglio essere vegana), e l’Orietta, se lo sapesse, e lo saprà come deve saperlo il mondo, gioirebbe con la bocca spalancata e i suoi due tre o quattro denti affacciati su un gran sorriso.
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@Ranagiovanna: ahaha, no :p
Significa un’altra cosa XD
@Eli: ma io non ho alcun problema a mangiare vege o vegan, e poi sono una buona forchetta… quindi penso proprio che mi piacerà anche la tua pasta 🙂
Quando mi inviti? :p
Moz-
oh dopo che ho sdoganato la mia cucina per ospiti sei la benvenuta quando vuoi a magnà da me!
Che tenerezzzaaa!! Siete troppo carini… e si legge l’innamoramento, la bellezza del cercarsi.. dell’inseguirsi.. il preludio di una gioia immensa che ti auguro dal cuore! 😀 Peccato per la telefonata mannaggiaaa! Un abbraccio tesò! 😀
ahhhhh sono al caffeino serale e mi rivedo come un film la scena….sai che prima di cena mi ha telefonato 1)per chiedermi se pensavo di farcela a farmi tornare il ciclo con l’alimentazione vegana 2) per dirmi che ripensava a quei due baci…. tenerooooo!!!
A volte è più dolce il momento in cui “si sta per…”, che il resto! Sono contenta che tu te lo sia vissuto in pieno! 🙂
oh sì, il momento precedente è quello migliore….ero su una macchina, ma mi sentivo su un vascello
Beh, quindi sei vegana…! Oddio, siamo lontani anni luce (pensa, se a me togli il formaggio, io MUOIO^^)
Moz-
Moz vuol dire mozzarella?
mamiiiiii!!!! cattiva!!!! ;p
devi provare la mia pasta col VeroParmigianoVegano….non rimpiangi il grana te lo assicura Cassy, verooooo
Peccato , cara Elisabetta , essere stata interrotta un’atmosfera così magica da una telefonata , sia pure paterna… Ma ormai …ci siamo…!!
pian pianino….lemmi lemme…..si arriva a gerusalemme