Scherzo cinese faccia da pratese si diceva da me quand’ero bambina, mi chiedevo sempre cos’avessero mai fatto di male i pratesi per meritarsi questa brutta fama, però li detestavo, perché in nome loro io mi spaventavo seriamente che le cose che mi dicevano fossero dette per davvero, sono sempre stata una babbalona, lo sono ancora di più oggi. La mamma ieri piangeva all’idea che il mio blog chiudesse, dieci persone (e venti su internet) si sono domandate il perché io mi arrendessi tanto facilmente a una persona su un milione (esagerata) che si felicitasse con me di questo grande atto di maturità che sembrerebbe essere chiudere il blog. Forse però, mi rendo conto, non più in balia della disperazione di aver forse ferito qualcuno con le mie parole, di aver ucciso quasi un figlio per me, d’aver agito in base a un fastidio di alcune persone sentir parlare chiaro dei sentimenti umani, e non è il blog l’ipocrisia bensì il contenersi, la privacy, il silenzio dentro casa che avviluppa come una nebulosa il mio implodere e che rasenta la censura. Della vicina di casa me ne infischio e se lui ha fatto della rimozione la roccaforte su cui è stata costruita la sua – pessimistica- filosofia di vita, questo non significa che io non possa, con tutta la mia irruenza, soltanto essere la me che avevo tanto intorpidito con la malattia, e che possa trovare la mia felicità altrove. E poi me l’ha detto anche il Gianni, che sono stata così infelice per tutti questi lunghi anni, se anche adesso sono euforica, benvenga l’entusiasmo, il volare a dieci piedi da terra! Non commetterò più l’errore di andare contro me stessa per far piacere a qualcuno, che tanto sta male comunque, indipendentemente dal mio blog, e se mi fa credere che sia il mio blog a far pendere l’ago della bilancia della sua contentezza allora non si chiama più consiglio spassionato ma trasuda egoismo. Ieri sono stata male tutto il giorno, ma male da star male, se mi si perdona il bisticcio di parole, male da farmi venire la febbre da quanto erano calde e copiose le lacrime. Avevo bisogno di scrivere e non potevo, le ali della mia piccola libertà quotidiana tarpate da un uomo che è stato marito geloso prima, e poi padre contento soltanto d’avere su di me un potere così grande da riuscire a censurarmi, da impedirmi di essere felice, forse da avere una giustificata premura della mia esuberanza, della fuoriuscita straripante del mio carattere, ma da non potersi permettere di dirmi ciò che devo o non devo scrivere nella mia creatura. Come mi ha detto Gianni, e mi hanno ripetuto tutti quelli che ho incontrato nella valle di lacrime che è stata ieri, evviva che io sia felice, finalmente, Alleluia, direbbe lui. E ho bisogno di andare al Naturasì che ho finito l’Umeboshi e la Shoyou e chi è lui per dirmi che la roba mi basta e avanza per andare avanti nei secoli dei secoli. Uno che si conforta a lamentarsi dei brividi e minaccia sepoltura per un 37 sfiorato di febbre. Voglio tornare a New York dove tutto era bello, candido e sporco allo stesso tempo, dove l’unica preoccupazione era scegliere nel menù de le pain quotidian se risolatte o porridge d’avena inseime al caffellatte di soia, dove si stemperava durante la giornata lo stupore per uno scoiattolino che avvicinava la sua dentatura alle tue mani per passarsi tra le zampette una noce prima di addentarla e riempircisi le guanciotte, dove la mamma si perdeva con la cartina all’incontrario per i caffè ormai chiusi di Greenwich e dove tutte le metropolitane portavano ovunque noi le si volesse dirigere, o eravamo noi che ci meravigliavamo ovunque ci trovassimo. Voglio tornare a New York dove tutto era possibile anche la mia scelta di lasciare il bambino a casa. Mi dispiace se le sue amichette se ne dispiaceranno, cosa di cui non sono neanche affatto convinta perché la Franci ha dimostrato di volermi un bene che va al di là del rapporto con mio padre – e le donne sono molto più intelligenti da capirlo-, ma questa felicità me la merito, me la godo, la spartisco, la moltiplico, la grido, e la racconto.
Sempre caro mi fu quest’ermo blog0 (0)
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Ti leggo da poco e un pò mi rodeva al pensiero di non poterti più leggere! Scrivi scrivi scrivi!!
scrivo! scrivo! scrivo! corro! lovvo!
io non ti conosco ma penso che la gioia che ti può dare lo scrivere, sia la bellezza intera intorno al tuo mondo, costruito dopo lotte estenuanti o ricolme di divertimenti. Se tanti amici sono rimasti contenti che non hai mollato, è perché le tue parole hanno raggiunto il loro scopo… e non sono rimaste in balia del vento. Ciao…
Mitica! Non mollare!! 🙂
mai, mai più!
E brava Betty!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
evvai 😉
Oh!
Bentornata! 😉
di già, hai visto?!
Hai fatto più che bene! 🙂
mi mancava troppo scrivere, è stata una sofferenza ieri trattenermi
Mi fa piacere vederti tornare combattiva.
I momenti come quello di ieri capitano, e devono capitare.
Chiudere il blog non so se sia un passo verso la maturità o meno (io sinceramente non riesco, ormai, a immaginarmi senza Moz o’Clock… ma sarà la coperta di Linus??) però se lo fosse, cazzarola, viva l’immaturità, e l’immaturità per gridare a tutti che si è felici, almeno un po’ 🙂
Moz-
la maturità per me è anche riuscire a pensare con la mia testa e accettare sì i buoni consigli, ma mai le imposizioni, chi mi vuole a sua immagine e somiglianza sbaglia, io non diventerò mai un’inguaribile pessimista come lui”!
Evviva!!!
brindisi! (con la fanta…)
Ci sarebbero così tante cose da dire, Betty…mi sono commossa più oggi che in tutti i post precedenti.Probabilmente adesso sto scrivendo più di me che di te, non saprei, ma oltre la tematica della censura e quella dell’alimentazione, oltre la felicità nuova e il buio mai dimenticato,il giorno in cui hai coraggio di scegliere te stessa scontentando coloro che ami di più al mondo, coloro che per una vita intera sono stati l’ago della bilancia della tua personalità, ecco quel giorno ‘il mostro’ muore. Ti abbraccio forte e ti chiedo scusa se sono stata un po’ troppo ‘entrante’…
Elena
il mostro muore, non la persona, ma l’idea magari anche distorta che ci siamo fatte delle loro parole..
Elisabetta cara, una sorpresa grande stamane trovare il tuo nuovo articolo e la sicurezza che intuisco bene intendi continuare ! Non ho ben capito (lette le corali manifestazioni di affetto , mie comprese ovviamente) chi sia stato a censurarti e a farti considerare atto di maturità la chiusura del tuo diario! Ripeto non so se ho capito bene (uno su tanti) , ma tu manda a fare in culo questo personaggio chiunque esso sia !! E d espandi e condivisi la tua gioia ! E poi il Gianni ti ha baciata , no? Forza mò, cazzo, e non ti venga più in mente una cosa simile!! Un abbraccione! Lucio
forza mò, che mi ha ribaciata! ha! e io gongolo con la mia piantina di ciclamino rosso che resiste alle intemperie del freddo…
NY è qui e ora.
f
NY e’ dentro di me
uff, meno male, che sollievo!! ma lo sai che sono stata in pensiero tutto il giorno all’idea che il blog chiudesse davvero? 😀 sono proprio contenta per questa tua decisione, che davvero non fa male a nessuno e tanto bene a te e secondo me a molti lettori….la positività è contagiosa…e poi vabbè a me in particolare leggere di come sei rinata da tantissima speranza 🙂 poi penso che in ogni caso questo blog possa servirti per sviscerare tutte le emozioni, anche quelle negative se dovesse capitare…sempre senza censura!!
per quanto riguarda il rapporto con tuo padre…non voglio dire cose banali ma forse tutto sta nel riuscire, anche da parte tua, a non sentirne più così forti il giudizio e la censura…perchè è anche questo segno di maturità e autonomia, no? e tu adesso hai tutta la grinta che ti serve per conquistartela finalmente questa autonomia…che poi non significa negare i legami profondi d’affetto con la propria famiglia, ma semplicemente decidere per te stessa in base a ciò che vuoi tu…beh, facile a dirsi…io stessa ho molte difficoltà a farlo ed è/è stato un grosso scoglio da superare nella mia vita quello del rapporto con i genitori e il loro giudizio, per questo ho ‘osato’ intromettermi in un argomento così delicato!!
ps. capisco bene anche l’astinenza da shoyu (o meglio ancora il tamari, anche se costa di più :P)…non si può stare senza, no no!! mentre l’umeboshi…ahaha per me è troppo acido 😀
Tesoro vivi! Nessuno ti deve censurare! Butta all’aria il mondo.. hai le ali, usale!! E lascia l’egoismo di tutti fuori! Non sei un oggetto, non puoi essere ‘posseduta’ tanto da divenire una marionetta che deve tacere o parlare a seconda della convenienza. La maturità la stai dimostrando ORA: combattendo e soprattutto.. continuando a fare una cosa per te importante, senza che nessuno più ti faccia sentire sbagliata! Perchè sei PERFETTA e grida la tua gioia al mondo! Fregatene di tutti! Ti abbraccio, basta lacrime. Ti mando una carezza e un raggio di luce! Sorridi che quando lo fai il mondo lo fa con te 😀
Basta lacrime, grazie Ely
Mi piacciono un sacco queste tue parole. La felicità più la condividi… più grande diventa 😉
ecco appunto, in culo a chi mi vuole censurare
per usare parole forbite
🐸🐸🐸🐸🐸🐸🐸🐸🐸🐸🐸🐸🐸🐸🐸e la felicità si espande dall’Empire fino a via Berni!!!!
rana ranocchia chi è quel mostro che pastrocchia (nella sua nuova tana)?