Sai quando tutto va a rotoli a scatafascio ti perdi non ti resta che marcire avvizzire verso dentro e il dentro non ha fine è lì l’infinito osservato e cercato che non viaggia a chilometri e non misura in sessantesimi ti senti già morta e l’unica cosa che ti viene di pensare e senzapensare ad altro urli al niente e pensi che ti ascolti e che non risponda sia uguale a assentire, l’ultimo remoto segno inequivocabile segnale di ascolto è che forse non risponde perché lascia pregare te senza dialoghi e dibattito, pensi e ti dondoli perquattrocento serie voglio la mamma e chiami chiami sei calamìta di ogni pathos sei parafulmine e raccolta indifferenziata ieri recalcitrante immune ignifuga e ora sei solo materia per bende voglio la mamma voglio la mamma e solo quello come nenia che l’ossessivo ripetersi un po’rimanda il senso della fine, è il preambolo all’ultimo rapprendersi di lacrima e fuoriuscire poi deglutisci e infine finisce e sei quasi libera. Anzi, più libera. Te e il rimorso e la causa del male tuo te e del male del mondo te e te giù ancora vogliolamamma vogliolamamma vogliolamamma. Questo sai dire. Questo pensare. Sei rovinata e sei una rovina hai preso il via sembra che l’hai sempre saputo a memoria il rovinare il ritornello te lo cantavi per lubrificare il benvenuta al parto, al party!, e accelleri freni e riprendi a rotolare, ferma fissa nel solco nella fossetta nella conchina, ti dovresti alzare da terra e vuoi solo la mamma. Sai quando fai questo. Io lo faccio appena, ogni volta che, mamma, ti avvicini a me.
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Nooo, non posso leggere così 🙁
“Sai quando tutto va a rotoli a scatafascio ti perdi non ti resta che marcire avvizzire verso dentro e il dentro non ha fine ” ecco appunto, è un marcire prima del maturare, almeno per me, ed un implodere infinito tra rimorsi rimpianti sensi di colpa e pentimenti vari ed eventuali, mai nulla va bene. Mai.
Eh lo so. Prova a sorridere del nonvamainullabene, cioè esse così marci così tanto che manco le barzellette, a me funziona
Scritto così vero che l’empatia non mi lascia più…
Tranquilla, tutto questo ha un nome: Domenica!
Sono qui.
E’ inquietante che prima di leggere il tuo post, stamattina, ne ho scritto uno (breve e decisamente meno articolato) sullo stesso argomento.
Ciao 🙂
Davvero nanni??? Pensa te dev’essere nell’aria come la colatura dei crauti. 😜 dopo vengo a leggere se l’hai pubblicato l’hai pubblicato???
L’ho pubblicato, ma è una roba davvero piccina e striminzita perché stamattina avrei dovuto studiare, e perché se cominciassi a parlare davvero di mia madre qua non la finiremmo più e ci vorrebbe un blog dedicato solo a lei.
Più che un blog na lunga serie di sedute di psicanalisi.
😀
Non bastano mai. Io ne parlo, chissene, che il blog almeno serva da pattume, tanto non c’è limite al relazionarsi con qualcuno che non conosci. Ti stringo, giovine che studi💚
Non è una domanda è tu giovine che sei cosìgiovanecheancorastudi. 🖒
Che… “trip”… (per sdrammatizzare). Rendi l’idea. Della “placenta”, intendo. Del viscerale, del profondo umorale, viscido, avvolgente (e soffocante) del tuo sentire. Le tue parole questo mi fanno sentire. Là, da dove arriva linfa e vita, e forma, e l’urlo – il primo – ancora solo intuito… dalla stessa origine, dalla stessa fonte, da quella “vicinanza” ti arriva anche la privazione d’aria, il lamento, la paura, l’oppressione…
Viscerale, sì, e forte, come un pugno là in basso…
Sì ma io le maniere forti insomma non è che mi garbino, sarei per la delicatezza e invece in ricezione e in partenza solo spedizioni di guerra riparativa o preventiva… saltano i mostri e oggi sto particolarmente male, oggi.
Ne sono certo. Della tua repulsione alle maniere forti. Inferte e subite. E si legge chiaramente in quello che hai scritto. Una stretta cui nessuno si sottoporrebbe di sua sponte. Diciamo che apporre un “mi piace” a questo brano è in sé controverso. E’ dire che si è inteso (e bene), che oggi non va ed è faticoso, doloroso. E dispiace. Tuttavia, siamo qui. Presenti, in qualche modo…
Sì vabbè anch’io metto un sacco di mipiace in giro e magari parlano di bombe guerra stronzate megagalattiche si capisce. Credo.
Presenti è ottimo e confortante. Troppo vicini no, mi raccomando.
A distanza di sicurezza, diciamo…
🖒ma se è un passo indietro ancora, siamo più contenti.🖒🐾
PS. Ho trovato parole (tue), forse più appropriate (delle mie): “… pugno per tenere, pugno per difendere, proteggo una luce che splende per me.”
Si ecco appunto un ne ricercare le mi parole che le volevo dimenticare e mai più rileggere 😜, che poi pugno a destra pugno a manca a forza d’occhi neri che la luce splenda o no è uguale se son cieca
Ma grazie di aver letto!💚
Lo faccio con curiosità e interesse sinceri. Sento una grande forza in quello che scrivi, una capacità visionaria che è non è facile incontrare. 🙂