Devo immaginare di essere rinchiusa in una cella o in un bussolotto dell’ikea e che non mi faranno uscire finché non avrò scritto il racconto d’avventura, ho aggiunto di mia iniziativa che non mi lasceranno nemmeno fumare lì dentro, tanto per rendere il clima maggiormente ostile e velocizzare il processo di creazione ed elaborazione della mia storia. Ma non accenna a venirmi in mente una mezza idea. E intanto vengo chiodata. Nel frattempo per colazione, nella mia celletta, mi hanno scodellato due tazze di caffellattedisoia autoprodotto con l’orzo e con il malto di mais che gli ha dato quell’acidulo-polistirolo senza retrogusto che sto re-imparando ad amare da quando mi sto disintossicando dai dolcificanti e dallo zucchero raffinato. Per alcuni potrebbe sembrare una punizione, ma per me è una pratica ascetica. Oggi è un giorno mistico infatti, 12.12.12 e mi faranno uscire per buona condotta per andare dalla psicologa, e poi dalla dentista il che la dice lunga sull’influenza nefasta che ha questa data su quella bufalata new-age ma famigerata forza che è la legge dell’attrazione, spero di sbidonarle tanta spazzatura, tanta quanti sono i soldi che la pago -ma meglio darglieli ora che siamo alla fine del mondo così non verranno indietro a corsa a chiedere il saldo- e di scorgere nel cielo un raggio di sole camminando per la strada da casa alla fermata dell’autobus, e poi passeggiando per le strade festonate a vischio, le mani coi guanti norvegiesi in tasca, a prepararmi le parole per dire che sto bene, che sono felice di come stia andando la terapia, che ho paura e nello stesso tempo scalpito per andare a New York, che mi vedo e sento bella e pulita dentro, come ripassata in una centrifuga sbiancante di candeggina, che sto rimodellando i buchi cariati d’angoscia fino a formare un morso deciso sulla piastrina di stoffa con la pasta fissante della dentista e la terapia dello psichiatra mano a mano che vanno avanti con il lavoro, i miei capelli splendono e parlano di me, si muovono leggeri dietro e davanti le orecchie e a volte col vento ricoprono gli occhi e li velano e professano onestà, non ho più né l’aspetto né il tenore di una galeotta anoressica ricoperta dalle sette coperte di lana, ma una paffuta inglesina spavalda nella vita che col suo visino da topo progetta la sua casetta di mattoni in campi brinati di fragole. se. solo. la clausula. della. creazione. non. fosse. solo. una cauzione ma. una grazia.
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pensa che alla mia eroina sabina spielrein piaceva essere sculacciata da jung
anche se tu non mi cachi piu io continuo a sognare di star con te…
vedi un po…
ma come non ti cago, cosa mi regali per natale?
visto che sei anoressica ti porto a mangiare un po’ di porco….
e se non fumi ti potrei anche baciare…
non sono più anoressica e mangio tanto quindi non ti convengo più, e in più fumo come una turca, animale!
si sono un vero porco…
se ti piace il genere ti farò impazzire…
certo che se fumi però mi toccherà sculacciarti…:)
Ed a proposito di fumo , quando hai tempo e voglia , sul mio blog “LucioGialloreti ”
http://luciogialloreti.iobloggo.com puoi leggere la mia battaglia con le sigarette nel post
“Era il 26 giugno1986!” del 9 febbraio 2010. Divertente ,in fondo ,storia di un successo! Un abbraccio , cara Elisabetta!
Beh , cara Elisabetta , spero che questa sequela di numeri scaramantici ti aiutino a partorire un’idea brillante per la tua impresa di scrittrice! Meglio se non puoi fumare o fumare di meno..Non ti farebbe male! Ma mò!! (in aquilano equivale a dire press’a poco, essendo una esclamazione quasi intraducibile, “che vuoi fare ora che ti ci trovi”!