Volevo fare i biscottini con la farina di castagne e ho finito per fare le crocchette di ceci, ci sono due letture della sfinge a questa interpretazione artistica della ricetta: sono un disastro delle pentole o un genio? c’era uno splendido sole ma piovevano polpette! Ok, diciamo che mi sono lasciata prendere dall’inventiva del momento e complice la mancanza di zucchero integrale in casa, e non volendo accedere osare all’inaccessibilissimo e segretissimo barattolone di zucchero bianco raffinato che mio padre usa per il caffè, ho optato per conservare la farina di marroni per l’ennesimo castagnaccio a regola d’arte da rimandare a un prossimo futuro, quindi per terminare i sacchetti di farine aperte e mi sono ritrovata con quella di ceci e quella di mais fioretto per le mani, un po’ di mandorle avanzate dal latte di riso e….voilà, le crocchette salva-pasticci! Le aspettative non erano delle migliori, ma confesso che quando si ha fame di casa e di forno caldo dopo un pomeriggio passato con lo spasimante a cui non si concede nulla e con cui, per quanto inguardabili si possa essere, si cerca di tirarsela il più possibile ma se non si è abbastanza innamorati da permettersi di fare un po’ gli stronzi, o chiamiamoli vintage, romantici, civettuoli, come si vuole, insomma, avete capito, ecco, ho fatto ste crocchette che si sono abbrustolite e dorate tanto graziosamente sopra e sotto sulla teglia che sembravano mangiabili. Sembravano.
Ingredienti:
Farina di ceci 200g
Farina di mais 100g
Olio di mais 70g
1 pizzico di sale
100g di mandorle spellate
Procedimento:
Non so come mischiare tutto insieme e modellare nelle mani delle pallottole e infornarle a 170 per 30 minuti o fino a doratura. Forse fritte farebbero la loro figura. Indigeste come un filo di fagiolino incastrato nell’esofago. Ps: voglio uno stampino rettangolare per pressare il tofu. E la macchina del pane. E ho appena mangiato queste crocchette e a parte il fatto che si sbriciolavano in bocca il sapore era buono, stasera sto sveglia a digerire mentre guardo il film su Jung.
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Viva i ceci! 😛
sìììììììì viva i ceci in tutte le salse!
🙂
no… fritte no….
e brava la mia artista della cucina 🙂
e invece fritte sìììììììììì, gnammm
non credo serva traduzione, no?
uahahahah ti riferisci al titolo? o c’ho la coda di paglia??? ;P
mi riferisco al “volersi sistemare”!
storiella che si raccontava in Abbruzzo…riferitada mio suocero, bonanima…
“Cumpà…me voglio marità!”
” E perché cummà?
“tengo friddo!”
“Cummà…se te mariti sì che ‘sti frisca!”
meditate gente…meditate!
ah no ho letto ora la storiella, hahahaha, traduci, traduci, voglio vedere se avevo capito 🙂
compare, mi voglio sposare!
e perché, comare?
perché ho freddo!
Comare, se ti sposi sì che stai fresca!
Chiaro?
arrivato 😉
ok!
E’ che mi voglio sistemare, Lucio 😉
Più che giusto e naturale, mia cara! 🙂
ecco, finalmente ho trovato qualcuno che concorda sulla mia voglia di focolare
E come non concordare con la tua naturale aspirazione , cara Elisabetta?
Beh , cara Elisabetta, anche i grandi chef improvvisano ! Ma sono commestibili dopo tanta avventura? Ora siamo alla definizione di “spasimante”( un progresso..) leggo! Non gli concedi nulla , ma almeno noto intervenuto interesse al rapporto con l’altro sesso!! E forza mò che non sei inguardabile! Dolce sera!