Torno a casa e trovo il tè con le paste insieme alla Francesca. E insomma oggi pomeriggio sono uscita con la mamma e ci siamo trovate alla stazione poi abbiamo fatto tutto un pezzo a piedi per le strade stellate di Natale e ci siamo fermati per l’ennesima volta in libreria dove io volevo a tutti i costi comprare un libro tipo La bibbia del pulito o La casa perfetta o ancora il Moleskine della gestione della casa fino ad arrivare a desiderare di comprare il manuale della trentenne in cerca di marito o della prossima puerpera. Alla fine non abbiamo comprato nulla e abbiamo deciso di infilarci in un cinema ma all’ultimo io ho cambiato idea in favore di una rinnovata complicità chiacchiericcia con la mamma. Ci siamo dirette verso il cappuccino di soia e io sono voluta passare dal mio vecchio ospedale, la psichiatria dove sono stata ricoverata un anno, e dire che feste che mi hanno fatto, ho beccato anche il turno di quegli infermieri che non potevano sopportare il fumo ma quando stavo male me lo ricordo bene che una Mery misericordiosa e impietosita mi fece fumare anche in camera attaccata a una flebo. Come mi vedono bene, hanno esclamato, gli occhi bagnati e rossi mi è venuto da piangere per un momento ma no, ero tutta risate e complimenti, e gli ho fatto vedere i capelli ricresciuti, e gli ho fatto vedere il girovita prospero, e nessuno si capacitava di come fossi potuta stare così male solo il Natale scorso – tra l’altro, ieri mi son scordata di dire che Vichi mi ha detto che non sarei così tanto bisognosa di cure psichiatriche come credo e credono i dottori, secondo lui- e Paolo mi ha detto che come mi ero imposta a tutti i costi di morire e niente poteva fermarmi, così adesso io avevo deciso di vivere, e chi mi fermava più! Ho fatto e ricevuto calorosi auguri e prima di congedarmi una Mery commossa mi ha implorato non ti rovinare, come sei bella, di viso, di fisico, di sorriso, come sei bella tutta… come sei bella dentro!! Sono tornata vittoriosa dalla mamma ed era tanta l’emozione di riferirgli dei complimenti che ho buttato una cicca accesa nel cestino dei rifiuti e tra poco mando a fuoco di nuovo l’ospedale, la mamma con l’attacco di panico, il 20 che faceva sciopero.
Dimmi tutto!