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Puro 20 carati

Sentirsi inconcludenti e inutili oggi? Ci siamo. Non posso neanche dire che oggi non ho fatto nulla, classificandomi nel primato degli ultimi a correre verso un qualche daffare, visto che sono arrivata in anticipo, e in realtà ho già scritto bevuto il caffè e la camomilla e per me la giornata è finita, buonanotte. Il babbo mi chiama e io sono irritata perché sapendo che non sto facendo nulla mi frizza da morire che sia lui a farmelo presente con allusioni tacite e intercalari del respiro come se lo intuisse, potrei essere in australia e dirgli che sto montando un muro di cemento e dalla voce sente che sto guardando il soffitto e sentendo le fitte di vuoto che arrivano e quando comincia l’infiltrazione, agisco solo a rimediare perché quello ormai è collaudato come metodo di trattenersi, di tenersi, quando sono già zuppa, è quando permea poco che demolisce, è appena sotto la pelle che non riesco a toccare: nel sottosuolo è violento, ma più immediato ravanare, anche alla cieca, togli qualcosa, addormenta qualcosa, seppellisci qualcosa, estirpa tutto e ok, ricominci da un nucleo bambino ogni volta, hai bisogno di tutto, ma frigni per un niente, per ogni vita un po’ diversa ti educhi a scoprire nuove gioie -da controllare-, ma anche nuovi vuoti -a cui spalancarti-, trovando in questo l’unico equilibrio che per un po’ regge, regge me in piedi. E’ a riparare le crepe in superficie con l’oro appena si spaccano che non son buona, col Kintsugi dei maestri giapponesi, le prime falle nel cemento che separa il mio muro dallo sguardo dietro le finestre di quelle di mio padre, anche lui apre sfonda la porta non chiede permesso, quel che trova porta via, anche l’aria, anche il libro di istruzioni per restaurare le crepe con l’oro rispondere a infiltrazione concava con infiltrazione lavorata e forte, che era chiuso mentre guardavo il soffitto e aspettavo in silenzio, finito di scrivere, di cominciare a leggere come il mattino ha, per tutti, l’oro in bocca, e per me la conclusione del giorno.

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44 commenti su “Puro 20 carati
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      1. certo, figurati. ma la punteggiatura e le immagini che riporti fanno quell’effetto.
        anche per l’altro blog che ho commentato.

        capisco “calma”, figurati, a me hanno detto altro. non sto qui a spiegarti a chi sono stato paragonato, che mi vergogno pure a scriverlo.
        però tant’è, a mio modestissimo e ignorantissimo parere

        1. è un’invidiabile filosofia, la tua, ne cercherò da attingere per sedare la mia lagna interiore. in ogni caso ti ringrazio, soprattutto per la lettura, più che per lo scambio che è un concetto che prude e somatizzo. davvero grazie!

          1. se sedi le lagne interiori poi però non resta null’altro da scrivere.
            non leggo molto su WP, e commento ancora meno, ma quando ne vale la pena non c’è concetto di scambio che valga.
            un saluto, al prossimo passaggio

            1. Credevi di poterti nascondere impunita ad libitum? Che non ti ritrovassi, almeno bel ueb? *risata da malvagio da film americano*

              1. Ma io non sono per niente d’accordo. Per prima cosa sono convinta che tuo padre legga immediatamente quello che scrivi. Pure la tua signora mamma. E di sucuro tu scrivi anche perchè hai le mie stesse certezze. E poi quando ti chiama i suoi respiri non sono di insofferenza o di compatimento. Io credo che i genitori che si disenteressano dei figli siano rarissimi. I tuoi leggono e soffrono e si sentono in colpa e non sanno dove hanno sbagliato ma sono sicuri di avere sbagliato,
                E io, rispetto a te, ho un vantaggio. Io non sono solo figlia, ma sono anche genitore.
                Poi bla bla bla queste stupidatine te le hanno già dette in mille forme diverse.
                Non scrivere che ci pensarai, perchè so benissimo che è una balla.
                Ti abbraccio forte (e poi magari non ti piace nemmeno, ma tienitelo ugualmente)

                1. Questo parere lo incamero perché mi sembra sentitamente e -nel mio caso- molto lateralmente alla lontanissima vero. Però c’è un modo di non disinteressarsi e amare (e ripeto, amare) che, a conti fatti, è tossico degradante e irrispettoso, e non parlo di discorsetti o sbuffi su come si lavano i panni o si compilano i moduli delle tasse ecc ecc. Proprio dell’integrità fisica. Non mi leggono. Se mi leggono non mi riconoscono, anche dopo nomeecogggnome.

                  1. “E’ per il tuo bene”, può darsi che abbia capito. Però secondo me si agisce sempre sperando che altri possano essere di aiuto là dove noi abbiamo fallito!
                    Non ti riconoscono, quindi con loro sei un’altra?

                    1. Certo che ammazza però, il tuo papà di sicuro il tuo blog non lo legge, perchè minchia se sei brava! (scusa se ho scritto papà, ma ho ancora un pò di fastidio verso i termini toscani che usava il mio ex, senza offesa, non per il mio ex, a lui lo può offendere chi gli pare….)

                    2. Sono parte del tu’ babbo.
                      E poi non esagerare con questi “gargarismi letterari”, come tu li chiami.
                      Mi costringi a leggerti saltando le righe che tanto non succede niente.
                      (Ringraziami del consiglio, pensa un po’: è pure gratis)

                      Nota: ti amo, ma non illuderti: ti amo senza esagerare.

                                        1. sì. son gargarismi letterari però. il sentire è fatto di neologismi e neolocuzioni, eccone un’altro, boh almeno nel mio mondo. però è vero anch’io -con gli altri- sono un’intollerante dell’eloquire, quindi capisco e insomma vedi quanta roba e stronzate in due minuti in un commento che ho fatto. na giornata piena. 😉 <3

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