I Feel Betta

Oh darling, sono diventata tempestivamente ossessionata dal pulito e dalla casa come mia sorella, lo faccio come terapia d’urgenza, che però lei è anche una cacadubbi cento volte più di me, e sono ossessionata dai Beatles, questa raccolta è una benedizione, infatti mi calmo dopo una pizza gigantesca compilando la lista della spesa di lunedì, mettendo i fagioli di soia ammollati nella VeganStar per farci il latte da cagliare col limone, farò il mio primo tofu oggi pomeriggio, non passerò queste ore pensando che sono una vacca all’ingrasso, e che tutti sono contenti anche la donna delle pulizie tranne me. Ho messo il filtro alla vaniglia di nascosto e una volta finito amen perché non me lo ricomprano mi hanno già avvertita, ho chiesto alla mamma di rimanere perché avevo paura di me stessa e del buco nero del pomeriggio ma scrivo da sola, mentre lei passa l’aspiratore facciamo a gara a chi fa più frastuono e ci scansiamo annusandoci da lontano ma so che c’è, è di là, e io non mi faccio passare per la testa strane idee, il bagno mi è servito per lavarmi i denti, per fare pipì, se voglio posso andare a rimettere a posto tuttti i flaconi ma non avvicinerò la mia bocca alla tazza, non lo farò. Vero che non lo farò. Ballerò i Beatles, distruggerò il mac sommergendolo di cenere tra tasto e tasto, telefonerò per fare gli auguri a tutti, renderò la casa linda e perfetta per l’arrivo del babbo, luciderò il ruvido, scansionerò ogni angolo per togliere i granelli di polvere ad uno a uno, manderò via la mamma tranquilla, butterò le sue bucce di mela nell’organico, accenderò l’alberello, mi toglierò di dosso questo pile di Snoopy che mi rende goffa e cercherò un golfino che metta in risalto il cuoricino di Swarowski che mi ha sempre portato fortuna, forse non mi toglierò mai il piumino stasera, e ho le mutande a quadri, ma mi spruzzerò di papavero come per andare a una festa, cercherò di non tremare come una foglia e di non avere le ginocchia molli quando incontrerò Marco Vichi per farmi ripetere ciò che so già da sola e che mi inquieta da una settimana, cioè che non ho fatto l’unico esercizio e compito che dovevo fare e che proprio non riesco a portare a termine, non tanto leggere il suo romanzetto breve, che comunque non ho fatto, ma per una santa volta nel mio flusso di pensieri, o attraverso la mia cucina, scrollarmi di un peso e non essere condannata a parlare di me.