L’ultimo girone
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Si trovava da sola alla fermata del l’autobus, il pranzo con la sorella era stato un fallimento ed era rimasta molto delusa del suo comportamento a tavola. La casa nuova era bellissima, certo, ancora vuota e tutta da sistemare, mancava il letto, le sedie della cucina non avevano i feltrini per non graffiare il parquet,e il caffè della macchinetta nuova era pessimo, imbevibile, lei che avrebbe scolato anche la sciacquatura dei piatti ne rovesciò la metà nel lavandino. Le apri il cuore dicendole sinceramente che era tanto difficile, che arrancava ogni giorno, che per il mangiare stava andando parecchio bene, mangiava eccome se mangiava, tanto, e di gusto, quella mattina si era scubettata una fetta grande del castagnaccio avanzato dalla tragica cena con la vicina della sera precedente, a pranzo, nonostante le fosse passata la fame, si era ingozzata di verdure grigliate e tofu marinati nell’aceto balsamico, per estraniarsi un pochino dal discorso, dal disgusto, dalla sorella che per la prima volta nella sua vita davanti a lei alzava la voce e iperventilava, si concentrò sul cibo  , un’autistica, come avrebbe fatto suo padre messo alle strette di fronte alla realtà dei propri genitori, non avrebbe mai smesso di essere figlia, quel legame la incatenava a vita, solo la sorella poteva salvarla, e la sorella era troppo orgogliosa per lasciare correre il bicchierino di vino al pasto, che diventavano due, che diventavano tre, e voleva proteggerla come proteggeva la nonna Sela quando alzava un po’ il gomito anche lei, la mamma le ricordo’ che il nonno da giovane era stato in clinica a disintossicarsi pure lui, doveva essere una cosa congenita e allora forse aveva ragione il babbo quando diceva che il gene del maligno passava attraverso di lei.

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7 risposte a “L’ultimo girone
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  1. Avatar Barbara

    io scommetto su di te.
    ma guarda che non ho tanti soldi, per cui non posso permettermi di perdere sai.
    un bacione.

  2. Avatar Lucio Gialloreti

    E si può anche a arrivare a consumare un ricco pranzo , con acqua minerale …perchè basta quell’unico bichiere di vino…

  3. Avatar giovanotta

    e no i bicchierini non sono ereditari.. 😉 e con le macchinette nuove del caffé ne va sempre fatto uno di prova e buttato. Scherzo, scrivi bene! torno

  4. Avatar Sara
    Sara

    Non si smette mai di essere figli, nemmeno quando si fa da genitori ai propri genitori.
    Quando questo accade, si diventa soltanto figli più saggi, in grado anche di perdonarli per un troppo amore mal riuscito che fa l’effetto del bicchiere di troppo: dipendenza poi nausea e, infine, devastazione.

  5. Avatar poetella

    anche lei ne uscirà.
    Credo…
    Intanto noi le siamo grati per tutto questo.
    Lei è già una grande. E, sospetto, una splendida persona.
    Ecco.

  6. Avatar Ranagiovanna
    Ranagiovanna

    Ma il nonno poi ne era uscito,era stato un grande pittore e una splendida persona amata e lei doveva a lui forse altre belle cose come la forza fulminante delle parole.

    1. Avatar elisabettapendola

      il nonno è stato e sarà sempre il mio grande pittore, grazie di avermi ricordato che ce la si può fare

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I’m Betta

Elisabetta Pendola Bio

Benvenuti nel mio angolo di cucina sana e creativa! Sono Elisabetta, un’appassionata di cibo sano e viaggi nel gusto che crede nell’importanza di prendersi cura del proprio corpo e della propria anima anche attraverso l’alimentazione. Non sono una chef professionista, ma amo sperimentare in cucina, creando ricette low carb e chetogeniche che sono tutt’altro che noiose. La Toscana e Firenze sono nel mio cuore e ispirano molti dei miei piatti, ricchi di sapori autentici e prodotti genuini.

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