Era lì nella sua stanza di betulla rossa oscurata dalle tende tirate, con al collo la telma che aveva smesso di brancolare agitata per la casa, quasi sempre in procinto di avere un attacco epilettico per la paura di vedere compiere qualche atto strano alla sua padrona, aveva mangiato tofu e cavoli broccoli, con tanto pane e tanti semini oleosi e sani e non aveva intenzione di sobbarcare il suo stomaco di veleno nel pomeriggio, quella sera sarebbe andata a mangiare la pizza con la mamma e doveva restare sobria, per sbrodolargli addosso tutta la merda che si sentiva bollire dentro intrecciata come una matassa annodata, era arrabbiata perché i suoi genitori erano, giustamente, arrabbiati, spegnendo la terza sigaretta nel giro di tre minuti pensò che l’alcol la faceva sentire per alcuni minuti invincibile, ecco perché doveva a tutti i costi abbandonarlo, soffrendo, parecchio, forse ricominciando tutto daccapo, le prime ore di astinenza, i deliri, il tremore, ma doveva farlo, e subito, prima di cadere rovinosamente di nuovo nel abisso e lei no, non ci voleva proprio credere che il suo destino fosse di fare la malata, l’alcolizzata, la criminale, la bugiarda, avrebbe smesso di dirsi menzogne, avrebbe confessato al mondo la sua debolezza, avrebbe, adesso, chiesto aiuto e aperto il cuore e le mani tremanti a riceverlo, avrebbe abbassato la testa e chiesto con umiltà perdono per tutte le cose cattive che aveva fatto, per tutta la tempesta infinita di paura e angoscia e preoccupazione e rabbia che aveva fatto subire alla sua famiglia, a chi la amava e non poteva vederla devastarsi e girava la testa dall’altra parte, ma, nonostante tutto il male che lei voleva a se stessi e agli altri, insieme col cane e, aveva appena scoperto, perfino la donna delle pulizie, erano ancora in tanti a tifare per lei. Il nonno ne era uscito, ma la mamma si era portata dietro il suo fantasma per 50 anni, era per questo che aveva donato tutti i suoi quadri, era per questo che la nonna li vendeva per andarci a comprare le pellicce? forse era morto troppo presto per dire alla mamma che l’aveva comunque amata, e non aveva fatto in tempo a vedere quel bozzolo di ciccia di quattro chili che era nato dalla sua pancia e che tanto dolore -ancorché l’altra sorella stava inaugurando il suo nido- forse più ancora doloroso della morte d’un genitore, le stava arrecando da viva.
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Purtroppo , cara Elisabetta, l’alcol da quella sensazione di euforia , spigliatezza e sensazione di invincibilità , all’inizio …Ma poi smettendo ti accorgerai quanto sia falsa questa sensazione..!