Ho sofferto così tanta fame in passato che il cibo è rimasto per me un simbolo, una compagnia, un esercizio, un luogo, un Eldorado. Sto ascoltando il primo disco dei Pink Floyd, sì, non sono immune affatto da queste edicolate revival, e sono contenta perché stamattina vado dalla psicologa, e getto via tutta la spazzatura accumulata mentalmente durante la settimana, lei è il mio bellissimo cassonetto! Però un cassonetto che mi parla quando spingo la leva per alzare la calotta, che mi mostra la verità vista da un punto di vista obiettivo, esterno, lucido, quando io sono troppo invischiata nella realtà e nei sensi da non capire bene cosa è giusto, oggettivo, neutro e cosa invece io ingigantisco, esagero, drammatizzo. Ho fatto la mia colazione da campioni con 45g di orecchiette di crusca (schifo), 2 kiwi (mezzi marci), e lo yogurt di soia al mirtillo (buonissimo) e già non vedo l’ora che arrivi il momento dello spuntino perché oggi ho deciso, smossa da chimica nostalgia, di prendermi le pipas, le scrocchiarelle ai semi di girasole che mi portava sempre la mamma per cena quando ero all’ospedale e che erano l’unica cosa che potevo mangiare, e dopo dovevo stare attenta a non bere più di 10ml di acqua gassata nonostante mi lasciassero la bocca salata perché il mio stomachino era così piccolo che non sapevano se sarei riuscita a trattenere. Certo che ne ero capace, lo volevo davvero, nonostante il dolore! Ora sono una saltuaria madeleine che mi concedo quando passo dalle macchinette della asl sulla strada della psicologa, forse dovrei dirglielo che ancora nelle cose, cerco la mamma che mi guarda orgogliosa mangiare e deglutisce in sincro con me anche se non ha niente in bocca per simulare il gesto verso la vita che il bambino deve imitare.
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Un abbraccio anche da me 🙂
grazie :*
Hai proprio ragione: “le mamme sono tutte ‘diversamente’ uguali” …
Buona domenica, un abbraccio virtuale da … una mamma!! 🙂
grazie dell’abbraccio ricambio :*
Tu pensi che, quando cresce il tuo male,
si spengano i fuochi, le barche non prendano il mare,
si proibisca ai cani di latrare,
i figli si incantino come sculture di sale.
Oh no, lascia perdere. Osserva
la ghiandaia azzurra che ruba
il tuo ultimo cucchiaino d’argento.
Ferma lo sguardo sgomento
sull’estranea bellezza di questa caraffa in cui luccica
tutto il ghiaccio del mondo.
(Angelo Maria Ripellino)
Ciao.
Ossidiana
grazie della poesia 🙂
Ciao Betty, non vorrei commentare quello che scrivi, non ho parole. Diversi anni fa ho sofferto di depressione, non ti dico questo per confortarti, solo per farti capire che so cosa significa “il mal di vivere”. Sono dalla tua parte!Un forte abbraccio e tanto bene.
grazie Anna Maria, allora tu puoi capirmi, grazie di stare dalla mia parte, io sto dalla tua
anch’io avrei bisogno di un cassonetto sotto forma di psicologa ed eliminare tutta questa negatività che mi riempie la settimana… che dire? coraggio… siamo piu forti di cio che pensiamo… un abbraccione.
certo che siamo forti, se vuoi posso essere io il tuo cassonetto! 😀
Coraggio fiorellino, vai e pulisci il tuo cuore da quei pensieri cupi che coprono il tuo cielo. Abbi fiducia soprattutto in te, al di là della psicologa.. ascolta il tuo cuore e la vita che ti chiama. Mangia ciò che ti pare, che ti evoca emozioni e affetto! Un abbraccio e un bacione! A te e alla mamma.
oggi ho mangiato ESATTAMENTE quello che mi confortava il cuore, e ne sono pienamente soddisfatta! e stase pizza e cine!
Betty vorrei dirti tante cose, spronarti, incoraggiarti… ma non voglio interferire con il tuo equilibrio e con il delicato lavoro della tua psicologa. Mi rileggo in te e mi fai un po’ tenerezza, un po’ mi fai incavolare, un po’ mi fai venire voglia di farti le coccole. Ti lascio un sorriso
bacinibaciniiiiiiii