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Stavano ascoltando il concerto de Aranujez di Rodrigo al mac e lei taceva mentre si asciugava e si rivestiva e si spalmava le spalle della morbida crema alla vaniglia a campioncino che le era rimasta nel pacchetto del profumo che si stava spruzzando per andare a teatro con la mamma quella sera. Era rimasta chiusa nell’ascensore della psicologa, e aveva telefonato al babbo piangendo pregando che la tirasse fuori da quel buco, trovando un attacco di panico plausibile per una scusa pragmatica simile piuttosto che per tutto quello che aveva tirato fuori e di cui si era estirpata a grumi come con una gru pachiderma nella seduta, era un pianto non d’allarme, anche se da questo era camuffato, ma un urlo liberatorio alla fine della maratona, seppure stremati dall’aver dato veramente tutto. Dopo erano andati a mangiare al nuovo vegetariano vicino alla stazione, quello che avevano aperto da poco e ok, dovevano ancora ingranare, come servizio, penso’, ma il cibo era delizioso e le melanzane polpose, la zuppa rustica e corroborante e il tofu ben fritto, il babbo diceva “eh,cosa dicevi” ad ogni boccone, come se lei avesse ancora qualcosa da dirlo ma no, lei taceva, aveva detto tutto, e non era suo dovere dirlo a lui che si voleva finalmente bene, che si era perdonata. Aveva stipulato un contratto orale con la psicologa che fino alla settimana successiva non avrebbe bevuto e aveva tutta l’intenzione di attenercisi scrupolosamente, con tutta l’attenzione che si può dedicare alla cura di un cucciolo. Non aveva altro da dire, era soltanto ora di riempire lo stomaco di un cibo così puro e ricco di fermenti buoni e vivi come quelli della zuppa di miso che si era preparata la sera prima per festeggiare il suo primo giorno di astinenza, che nessuna colpa passata del suo corpo o della sua voce avrebbe potuto tornare a uccidere.

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17 commenti su “Sulle note di Narciso Yepez
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  1. Dopo il blocco in ascensore la zuppa di miso ci vuole! Un ordine naturale! Fermentare quel patto. Come l’impressione che abbia reso ancora più vitale, e li puoi immaginare quegli organismi buoni impazziti che corrono di qua e di là, la tua sensazione di farcela. L’hai espresso molto bene, sembra di vedervi.

  2. ce la farai, cazzo se ce la farai
    continua così, i patti, fatti con le persone che Valgono, salvano la vita ma tu devi avere cura e pazienza verso te stessa
    Namastè Betty

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