Si rotolò nell’erba fradicia insieme al cane e al facocero di gomma, fece un paio di foto con il suo iphone e si rivide sorridere in foto, la faccia un po’ gonfia, di prima mattina, al campetto per far correre il cane con gli altri suoi simili. Si era lisciata i capelli quella mattina, senza la piastra, col solo aiuto delle mani, e adesso erano racchiusi a formare un unico grande boccolo dentro la sciarpa petrolio che indossava da giorni, l’aria freschina le pungeva l’estremità del naso, e riusciva a sentire il profumo dei suoi capelli misto a quello dell’erba calpestata, era una buona mattina, per il cane, aveva incontrato Rocky, gli stava rubando il cinghiale di gomma che teneva tra i denti e se lo stava biascicando eccitata, saltellando in preda alla frenesia di aver incontrato un amichetto, più tardi, non lo poteva sapere, sarebbero andati tutti al mare, lei, suo padre, la vicina di casa, il cane della vicina di casa, tutti strinti dentro la macchina a imboccare l’autostrada per un pomeriggio di bagni in acqua salata, tronchi da riportare, sabbia in cui affondare e scuotersi per asciugarsi, forse non ci sarebbe stato il sole, e forse non ci sarebbe stato il pesce, visto che era lunedì, ma era la loro piccola avventura, e doveva ancora cominciare. Fece colazione coi cereali integrali e lo yogurt scaduto da giorni, gliene rimaneva ancora una confezione intera, tutta in scadenza il 17 ottobre, e doveva pur finirlo, si versò nella ciotola l’orzo bollente e si ustionò piacevolmente la lingua, meditando sul fatto di non andare in bagno da giorni ormai, ma cosa ci poteva fare, mica poteva mettersi a prendere di nuovo le purghe, o ancora peggio, a bere per scordarsi di essere una stitica impenitente, no, la sobrietà era così bella e la lucidità un prezioso regalo che faceva a se stessa minuto dopo minuto, poter parlare tranquilla, poter scrivere sul macbook, poter mangiare con fame, sentendo i sapori, i profumi, ascoltare gli altri senza fissare un punto vago in mezzo all’orizzonte e ricordarsi quello che era stato detto, non avere buchi neri nella memoria, non avere la nausea, avere appetito, non avere paura, era bellissimo, si disse mentre inspirava forte dal mozzicone della sua terza sigaretta della mattina, e incorniciava questa sua forza nelle cose che scriveva, non più lugubri sintattici giochi al massacro di parole, non più cimiteri di punteggiatura e pause sincopate di respiro, ma testi che si leggevano d’un fiato, articolati, accompagnati da un’orchestra barocca di bach, sigarette, feromoni, zenzero e acqua di gioia. Forse era davvero troppo tardi, ed era ancora troppo psicopatica per avere un bambino, ma poteva esser grata d’essere viva, aveva un cane, aveva un gatto, e aveva un libro.
Di lunedì non si va mai al mare0 (0)
Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]
Frammenti di irregolarità intestinale…..
🙂
Scherzo, eh?
Mi piacciono queste tue riflessioni.
E un sogno da realizzare