Sto scrivendo freneticamente, i caffè mi accelerano, le mani non stanno al passo sulla tastiera, scrivo anche su carta, la carta tiene, mi afferra, mi cinge, la penna freme, il babbo risponde, la vita è bella, è veloce, è lenta, è psichiatricamente ancora disturbata ma cento volte meglio di Natale, giorno in cui i dottori dissero a mia madre che non avrei rivisto l’alba dell’indomani. Ora arriva l’esatate, anche se non si vede, la sento io nelle vene pulsare, i minuti si allargano e le ore inchiodano.
Dimmi tutto!