Le stagioni non si fermano, i rami neri si riempiono di semini. Ora dirò una cosa che può infastidire ma: Detesto le anoressiche. Perché le conosco. Bene. Conosco il loro corpo e la loro mente come le mie tasche. Siamo state delle piccole stronze, noi, dai, ammettiamolo. Non riesco a strizzargli l’occhio a tenergli la mano e a dire poverine. Le anoressiche depresse sono delle rompipalle, ma quelle esaltate sono ancora più svitate, se si può. Durante la mia lunga degenza in ospedale ho visto tra le più disparate tipologie di malattia psichiatrica, tante sono incurabili o ingestibili, molte sono croniche, alcune sono pericolose, socialmente inaccettabili, sicuramente quasi tutte sono fonte di profonda sofferenza, sia per chi le vive internamente, sia per chi ci deve fare i conti da parente, o amico, ma alla fine le psicosi sono arrendevoli, il molesto si seda, allo schizofrenico si ridimensiona la realtà, il paranoico si tranquillizza e il depresso si consola, smuove, sveglia, strattona. Nessuna malattia è detestabile, odiosa, logorante, incattivita e incattivente come l’anoressia. L’anoressica tira fuori il peggio di noi. Il sogno di ogni genitore è di vedere il proprio figlio ben nutrito e sano. E è per questo che l’anoressica ti fa il dispetto. L’anoressica ti ricatta. L’anoressica gioca sporco. L’anoressica grida al mondo col suo corpo ridicolo di non essere affatto portata per giocare alle regole, esala boccate di alito fetido ed esclama ruzzolando giù dalle scale di cucina: ancora amore! ancora amore! ancora amore!!! cancella tutto te stesso, elimina i file di una vita e dammi, dammi, dammi! quando sulla sua tavola l’amore non solo abbonda: straripa. Come il cibo. Si fa presto a dire che non bisogna mai scoperchiare il pentolone bollente in cui galleggiano le frasi fatte, mai state più vere: pensa a chi non ha davvero da mangiare. Non ti vergogni. Come si fa a non pensarle. L’anoressica è una stupida piccola meschina. Ti fa sentire in colpa anche se pensi le cose più naturali del mondo. Le anoressiche non sono originali, non mi meraviglio che si sentano sole, seminano aiuole circondate di filo spinato come a raggomitolare se stesse nel campo di concentramento governato dalle SS spietate della loro mente, sminuzzano le carote impartendo nelle semplici cose da mangiare un valore simbolico e provocatorio, triturano e mandano in pappa il cervello dei pochi che vi si dedicano, diventano degli uccellini dal pigolio uggioso. Ma le loro ossa si romperanno, le loro grida si faranno starnazzi, verranno legate, intubate, perforate per tutto il corpo e paralizzate ferme in un letto a ingrassare, se gli va bene, gli ultimi cuori spezzati intorno a loro si faranno duri e se ne andranno, oh se se ne andranno, l’istinto di conservazione, anche del genitore più devoto, l’essere umano farà di tutto per non vedere morire di fame un altro, nemmeno uno sconosciuto, è il nostro istinto, gli porgerà una mela, e se questo la rifiuta, allora gli porgerà la guancia, e se questo non l’addenta, allora si strapperà il cuore, ma alla fine si girerà sfinito, intonerà una filastrocca e si incamminerà lontano per non vedere. Detesto le anoressiche, detesto il loro modo arrogante di pretendere amore incondizionato e di disperderlo nel cesso. So che abbiamo vissuto un incubo, ma un giorno bisogna intonare la nostra filastrocca e svegliarci. E nel frattempo le mele cadono dagli alberi, le cime si innevano. Ps comunque, se un uomo da poco accasato ed effettivamente gia inpegnato s’ingegna meticolosamente a far funzionare un fornello per farti un te allo zenzero e bere dalla tua tazza il rimasuglio perché per te e’ troppo piccante, ti guarda con grazia mentre sciacqui il tuo piattino,ti avvolge come se fossi la sorpresa più bella, ti accompagna al conad e aspetta dieci minuti fuori senza incazzarsi e poi ti prende anche il sacchetto, cavoli, donna o non donna che abbia scelto, viene spontaneo chiedersi se forse non ci sei tu, in fondo al suo cuore. Il punto e’ che se io voglio stare in fondo, o in primo piano.
Dimmi tutto!