Stasera abbiamo una cena. Importante. Importante perché è la mia prima cena con degli amici da quando sono stata ricoverata in ospedale, più di un anno fa, ormai (cavolo, sono sei mesi che sono uscita, auguri!) anzi, da sempre, non ho ricordi di cene con gli amici. Le cene con gli amici le hanno sempre fatte gli altri. A dire la verità non ho mai nemmeno avuto degli amici, io. E mi sorprendo, ora,anche ogni volta che vedo un commento sul blog, positivo o negativo, non importa, è che sperimento il confronto, la condivisione, della gioia e del dolore. E pensare che è davvero tutta colpa del blog. Se è per questo è stata tutta colpa del blog anche quando ero borderline, si parla di una decina di anni fa. Quando tutto è successo, e tutto si è bruciato. Ma no. A qualcuno devo raccontarlo, la parte di me ancora borderline mi direbbe gridalo al mondo, la parte di me più posata (altrimenti detta babbo e mamma e il pastone di loro due separati che rimane unanime nei saggi consigli) mi consiglia il silenzio stampa. Per cui troverò un compromesso e deciderò di far sbucare dalla buca dell’orso la mia natura socievole e sociale con i miei nuovi amici, sfoggerò il mio pigiama grigio con tanto love stampato che simboleggia la padronanza perfetta della casa e il mio stato d’animo del momento, dell’aspettativa, dei sogni, mangerò tutto, non mi tirerò indietro questa sera, caricata dalla colonna sonora del solito film sulla seconda guerra mondiale, immalinconendomi al volgere della notte, aiuto la mamma a stendere la tovaglia, corro a comprare l’acqua gassata, raccolgo le bucce di carota sul pavimento, sbircio porri e zucchine che si friggono a rondelle, apro il pc, la sento cambiare canale, è tutto così accogliente, familiare, vivo, pronto e mai pronto abbastanza, ci ricordiamo dei tovaglioli di carta all’ultimo momento, mi propongo di uscire di nuovo e andare al discount a comprarli, non perché vogliamo offrire un servizio da poco, ma perché basta attraversare lo stradone, e l’ora s’avvicina, devo cercare di non grattarmi le bolle dal nervoso, dicevo, è una cena importante, e poi le cose accadono quando meno te lo aspetti, dopo una seduta con la psicologa a cercare di trovare strategie per non combinare casini, non si fa in tempo a tirare un respiro, a digerire il fondente al cioccolato che hai mangiato al vegetariano, a sbuffare con un ruttino, a lavarsi i denti, a coprirsi le bolle col correttore, che la tua vita prende improvvisamente una piega, un senso. Ho sempre saputo che esisteva l’uomo della mia vita, e sapevo anche bene chi era, dov’era, che faceva, vita morte e miracoli, miracoli che quando mi ha incontrata, appunto, ero tremendamente borderline, e lui camminava sulle acque, insomma, l’età era quella. Da qualche parte, lo sapevo quando scendevano le lacrime per un bacio cospirato da lezioni di piano sulla spiaggia bagnata, la rena soffice, il mare come spettatore, il vento cone complice. Davvero, e’ stato il vento negli occhi, non piango per te. Bugia. Il mio cavaliere, il mio aristocratico galletto, l’uomo che si sarebbe buttato nel fiume per me, l’uomo per cui perdere la testa, per cui buttarsi nel fiume, e quanto volte l’ho minacciato, quello che ti strappa l’anima una volta, e’ bastata una volta, e non trovi più l’ago ne il filo in fondo al cassetto, l’ancora della nave sepolta sul fondale la frattura interiore il fiato spezzato, di nuovo, per quanta carne ci possa mettere sopra, l’uomo per cui essere tutto. L’ho cercato tra i bidoni della spazzatura, l’ho cercato trasformandomi io stessa in un sacchetto di plastica da gettare nell’indifferenziata. L’ho sempre saputo, che era li. Dieci anni non si possono riscattare, cancellare, nemmeno con un bacio così. Ma questa non è la fine, non c’è mai stata una fine. Lui non lo sa ancora, i miei amici neanche, ma giuro sulla mia testa bacata che questo e’ solo l’inizio.
Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]
In bocca al lupo Betty, nella gigantesca bocca del carezzevole lupo.
alex
descrizione fantastica del mio fantasticoso mascalzone latino
A noi ‘sto bacio ci fa già sognare…bella in ‘cotesto’ modo (come si dice nella Chiana profonda) non ti resta che muoverti femminile e con il cuore in gola alla conquista di quello che potrebbe esser una parte del tuo futuro 🙂 Attendo con ansia resoconto cena, chissà che pazzerelli ti saranno capitati :-)))
p.s.: si vole anche la ricetta dei piatti!!!!
ma che gente c’ho avuto a cena guarda…due berberi 😉
E inizio sia, tesoro.. l’amore che cerchi, che vuoi, che hai sempre sognato.. forse è più vicino di quanto pensi, più bello di quanto credi… è lì, aspetta te, forse nemmeno te lo aspetti! Vivi, rilassati.. non pensare a nulla e goditi questa cena.. normalmente, serenamente, rasserenandoti della presenza di amici, di piacevoli presenze che hanno piacere di stare con te 🙂 Facci sapere, stellina.. TVTTB!
me la sono goduta tantissimo e ho mangiato anche la pasta a cena che erano ventanni forse…