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Piccoli, grandi obiettivi

Stava programmando tutto, i suoi obiettivi a breve e a lungo termine, il pranzo con la mamma la stava caricando di energie positive che già aveva incamerato inaspettatamente nello weekend, a passeggio col babbo e col cane avevano girato guardando le vetrine e parlando a cuore aperto da padre a figlia, di cose importanti e di cose meno importanti, e si erano fermati ad ogni pisciata di cane per commentare il mondo che li circondava, era una sensazione bellissima. Il lunedì mattina era andata ad arteterapia con tutta la buona volontà e aveva pitturato la copertina della sua cartella con una scala di colori caldi e accesi, l’insegnante le aveva detto di disegnare per la copertina un qualcosa che la rappresentasse e lei aveva scelto di raffigurare la passione, il suo viaggio dal nero più buio al giallo più luminoso del sole, la sua strada verso la luce. Era l’interpretazione della maestra, ma ci poteva anche stare. Era comunque soddisfatta per una volta del suo lavoro e non le veniva il magone solo a guardarlo e la voglia di strappare il foglio immediatamente appena passata l’ultima pennellata. La sua soddisfazione crebbe ancora quando le annunciarono che uno dei suoi disegni, che rassomigliava a una vetrata, era stato scelto per partecipare al calendario del centro di salute mentale, e certo, non sarebbe apparso in regalo su Vanity Fair o qualche altra testata di grido, ma la sua autostima gorgogliò di piacere, telefonò subito al babbo e alla mamma per comunicarglielo, e loro erano felici non tanto per il calendario, quanto per il fatto che ne fosse felice lei. Al ritorno si doveva incontrare con la mamma per fare la spesa per il pranzo insieme e andarono dal Naturasì a comprare tanti ingredienti sani e buoni che avrebbe stipato nel frigorifero e nella dispensa pronti per essere trasformati in deliziose pietanze per quello e per i giorni successivi, la zuppa di miso, le alghe wakame, i semi tostati, la salsa Tamari e la Shoyu, la formaggella di soia da sminuzzare sulla pizza. La mamma si era anche provata un profumo e le aveva ammiccato carica del desiderio impronunciato del regalo di Natale. Del resto, la mamma le aveva regalato New York, sperava che la sua pensione bastasse a farle un regalo che la ripagasse di tanta fiducia, ma sapeva, sapeva davvero, che il suo essere in vita e la sua miracolosa rinascita e progressivo miglioramento erano il più bel regalo che potesse farle, a lei, a suo padre, a tutta quella piccola parte di mondo che poteva incrociare il suo sguardo adesso e poteva vederlo radioso. Non era bella, non lo sarebbe mai stata, ma in molte persone la gioia, la gentilezza, l’ironia, l’allegria, coincidono con la bellezza. Marco Vichi le aveva scritto una mail, si sarebbero incontrati mezzora prima del corso di scrittura, se da una giornata qualunque poteva aspettarsi di meglio, questo non lo sapeva, ma se stava bene, qualsiasi giornata poteva diventare la migliore delle giornate.

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23 commenti su “Piccoli, grandi obiettivi
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  1. Elisabetta carissima, il tuo scrivere è sempre quello ottimo di sempre , ma diversi sono i contenuti , quasi radiosi di questo post! Percepisco la tua soddisfazione ed allegria : se esse conducono anche alla bellezza , non credo sia da escludere assolutamente …una pagina su Vanity Fair ! Un abbraccione e dolce sera!

          1. Insisti però ,mia cara, per come scrivi e la cultura che hai , sono numeri buoni per sfondare! Datti da fare e vedrai se ti…cagheranno e non di striscio..!! Forza mò anche in questo!

                1. Ti auguro si risolvano e bene e presto ,mia cara! Non vorrei proprio perdessi questo tuo stato di grazia per l’albero di Natale! Buon giorno e un abbraccio affettuoso!

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