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Aveva mangiato un burger di miglio coi broccoli e la schiacciatina integrale coi semini di girasole che scrocchiava sotto i denti piacevolmente amalgamata con l’aroma balsamico dello zenzero grattugiato sopra le verdure, per la prima volta da mesi avevano sintonizzato in tv il telegiornale, ma lei non lo sopportava e non vedeva l’ora di spegnere e di andare ad ascoltare Rubbery soul. Si era presa il suo caffè macinato al momento dalla magica macchinetta, aveva inghiottito due Lyrica per calmare l’angoscia di aver nutrito con così tanto cibo una nullità quale si sentiva e alimentato un’assenza, la sua, poi si era fumata una winston mentre rassettava la tovaglia a quadretti rossi che la mamma aveva sporcato di residui unti e crudeli di pollo arrosto e patatine ingurgitate col groppo in gola della delusione, e nella dolorosa digestione stava sfogliando il vecchio libro di ricette di biscottini al naturale -completamente vegan, buoni, sani e nutrienti e dolci per il suo corpicino che stava crescendo, e che ora si stava anche disintossicando da martedì era completamente sobria nonostante nessuno ci credesse (aveva voluto farsi comprare in farmacia tanti piccoli stick di alcoltest per dimostrare ai suoi genitori che era sincera quando giurava che non aveva bevuto)- che le aveva portato la mamma con tanto amore prima di scoprire che era una pregiudicata di basso grado, una ladruncola qualunque, una taccheggiatrice poco-gentildonna, in cerca di qualche idea per passare le mattinate di sorveglianza di sicurezza della mamma e del babbo che si sarebbero barricati intorno a lei per una settimana per farle evitare di finire dritta in ospedale. Non si poteva più permettere di sbagliare adesso, né gli altri avrebbero dovuto sbagliare al posto suo, i biscotti usciti dal forno profumati di malto per tutti erano una delle idee di pacificazione familiare che stava prendendo in considerazione, non certo per far tornare insieme i suoi, quello ormai era un sogno di bambina frantumato e sparsa la polvere nell’oceano da anni, quanto di creare un nucleo mediamente stabile di riguardo, nei limiti dell’umano amore, sperava, una rete collosa e resistente, una tela di ragno che in quel momento la proteggesse da se stessa. un coperchio di ghisa di pentola a pressione che la avvolgesse e sigillasse per evitare l’eventualità tanto probabile quanto scongiurata che scoppiasse.

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1 commento su “In pericolo da martedì
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  1. Efficaci descrizioni , Elisabetta , e per continuare nella tua battaglia non abbinare pasti succulenti , che’ più ti potrebbero,opino, scatenare la voglia…Resisti e man mano sarà più facile ancora!

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