A dire menzogne aveva pure imparato da qualcuno. Avevano previsto di cucinare il Dal di lenticchie rosse al pomodoro con riso basmati e il castagnaccio per quella sera, e il babbo aveva messo a marinare le aringhe sotto aglio prezzemolo porro e cipolla, un abbinamento osato e sudato, dopo un pomeriggio intero di decisioni e indecisioni, fare e disfare progetti su cosa proporre alla vicina di casa per il sabato sera, però l’aveva fatta piangere tutta la mattina, piangere di pentimento, di iattura, di vergogna, di redenzione, le aveva detto che era la causa di tutti i suoi mali, che tutto il suo dolore era dovuto in partenza dalla mamma, passando attraverso di lei e che chi non poteva essere bastonato al momento era a divertirsi, mentre lui subiva e subiva la sua terrificante presenza immonda e quanta fortuna quanta inaudita fortuna fosse che lui non l’avesse già ammazzata, per tutto il male che gli aveva fatto. Doveva quindi minuto per minuto essere grata a lui e al cielo per non averla strangolata a morte quando aveva saputo del muratore della sua età, quando aveva saputo che avevano avuto una storia anche dieci anni prima, quando lui la guardava dalla finestra e la filmava mentre uno le saltava addosso per difendersi dal suo ricatto, lo aveva scoperto solo ora, solo in un accesso di ira e di confessione di suo padre, che tutto era stato registrato ad arte per incastrarla e per far venire l’inferno in terra, prima ancora che l’aspettasse l’inferno per l’eternità. Avrebbe dovuto a tutti i costi essere sobria, per schivare i colpi del coltello della disperazione. Ah, preparare la cena indiana per la vicina antipatica di cui non le importava un cazzo, portare al spasso e ripulire la merda del cane di cui non le importava il cazzo, lavare i piatti unti di cumino e curcuma dai residui di cibo e salsa rossa d’un padre che la considerava il demonio e dopo tutta la merda che lui le aveva riversato addosso quella mattina e che voleva sicuramente più bene al cane che a lei e che aveva comprato la macchina solo per il cane e non per portarla ai boy-scout perché odiava la mamma non si sa perché ma era un conto in sospeso vecchio con la chiesa, bigotto lui più che lei, ah questo era già l’inferno, se Dio voleva.
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no invece non c’è niente da ridere. c’è da pensare che tutto il rancore e l’astio da qualche parte devono andare, senza pdistruggere nessuno,c he le cose possono anche andare così a volercele far andare.
Mica tanto! Ha tutta l’aria di essere un noioso secchione. Almeno l’avatar… l’avrei voluto bello sorridente e serafico…
Santa pace che caos! Pare una matassa che non finisce più.
almeno ho materiale per scrivere LOL
ps ti piace il tuo avatar venuto a caso?! 😉
cacchio.
Qua va sempre peggio…
porca miseria!
eccheccidevofà
ridi! 😉
rido, devo, per forza