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Il trinciapollo

Oggi ho mangiato 10 cose intere. Le unghie. Ora mi lecco le dita perchè non voglio godere solo a metà e poi le lascio asciugare sgocciolare al sole così domani ho le croste crostose e almeno rimangio. A fanculo vado e è pure troppo lungo il viaggio, fortuna che il ritorno è una carrozza riservata agli abbienti e non l’ho preso e mi concentro di beccare io l’ambulanza che non dovrebbe mai capitare a nessuno là fuori quella che arriva troppo tardi. I rimuginanti impenitenti del suicidio si illudono e nutrono una fede presuntuosissima che è segreta speranza e stufetta del cuore che il mondo starà meglio senza di loro, che levandosi dai coglioni e dicendo proprio mi levo dai coglioni / levoildisturbo /stqi tranquillo non ti creerò più problemi (perché trovatemene uno che non ne dice -almeno- una delle tre ) a alta voce ma anche a alto silenzio e alto tasso di intimo confort, rendono giustizia e spazio e pulizia al mondo. La beffa e l’inganno è che il mondo poi rimane dimmerda uguale, paripari. Lo so perché io sono così, sono quella che ha fede. 

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14 commenti su “Il trinciapollo
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    1. uffi, io non mi sono mai mangiata le unghie che cattiva abitune la mia neh! se non si provano certe sensazioni non si possono capire…le ho troppo lunghe e difficili da digerire?
      i fanculo poi…su di ma non fanno nessun effetto troppa fatica, anche il ritorno in carrozza, meglio una ferrari hi hi
      vorrei dirti di guardare alla luna, basta alzare gli occhi e dentro c’è un mondo psichedeico tutto intero e luminoso, dai,avolte ci vuole un sorriso piccolino e si fa d’oro il mattino
      🙂

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