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Ma che poi se ti attacco bottone al baretto rispondimi. Non telefonarti da solo col doppio numero per evitare di dirmi ciao. Che sono una noia e una lagna e sono depressa e latito e lo capisco, sai, che pensi che sono una che parla da sola in metropolitana, ho perso lo smalto e l’appeal per essere una star, per fare il boss del quartierino, per lasciare la scia del mio profumo, hai voglia se mescolo gli aliti di vergini, stacco le code alle lucertole in cerca della formula magica che mi faccia tornare il pepe nel cervello e le antenne puntate dritte verso l’affare giusto, in questo momento mi sto solo occupando di farmi due spalle di marmo con la piscina, e il mito della reincarnazione nelle opere di Mishima eccetera, tu invece che fai. E la gente dice dai capitano a tutti i momenti down ma non è vero, bugiardi, baristifintibottegai, non c’è una depressa più depressa di me, detengo il primato, come sempre, sono la migliore, non cercate di competere. Non sono affatto una depressa di quelle classiche che non si alza la mattina, che fatica a uscire di casa per pisciare il cane, che molla gli ormeggi, che non vuole vedere nessuno. Io vi voglio vedere, manifestatevi, abbassate l’età media della gioventù che trovo alle 5 ai giardini. Non fate la parte dell’albero nella recita. E non nascondertici dietro, che ti vedo, che c’hai una pancia che sbuca a Campi. Se solo gli togliessero quei ridicoli cartelli, abbracciami. Eddai, siamo a Firenze, è già tanto se non vi mandiamo a fanculo se venite a visitare la nostra fierezza spadaccina e ci lasciate dei soldi, figurati se un albero c’ha voglia di abbracciarmi. Non ho l’ispirazione, e si avvicina l’età del suicidio in diretta, 1 2 3 twitter! che mi fa ancora da afrodisiaco, per fortuna, siccome la mia bio dice chiaro che sono una scrittrice questo è un pessimo momento di frustrazione perché se lo dice la bio, poi mi sento in dovere di scrivere una cazzo di cosa. Attieniti alle linee guida. Se no sei come quei dentisti che espongono la laurea finta. L’ultima fatica. Vedere la bella gente nelle librerie. E che la tua opera omnia forse si è conclusa in un blog. Tre lettori e due genitori. E naturalmente, il pubblico più vasto: La donna di Lui. 345678 visite al giorno. Sei una SS. StalkStar. Ho così pochi lettori e vengo incastrata lo stesso nelle trappole. Ogni tanto capita. Come l’estate. Fase down. Penso di essere bipolare anche se è troppo di moda perché io lo sia. No davvero, sarò mistica. Dopo Paolo Brosio, nessuno crede più nel misticismo. Dicono che dovrei andare oltre la sofferenza di essere stata la scelta sbagliata, riuscire a camminare davanti a una vetrina di abiti da sposa senza farmi prendere da un attacco isterico, urlare correre in una qualsiasi altra direzione con gli occhi tappati e poi finire a sbattere sul cartello della ZTL, farmi una coscienza, rilassarmi, immergermi nel mare della Grecia, isole di pietra bianca, toccare l’intonaco, sostituire gradualmente il latte di soia con quello di Troia, affacciata sulle rovine del mar Nero, piangere i vinti e festeggiare i vincitori, spiagge deserte gente che non si sveglia, emergere da una conchiglia, poi a S.Pietroburgo, come surrogato del contrappasso, conoscerò un killer, ne cercherò uno che abbia ammazzato la vicina di casa (ndr). Mi ha detto, cingendomi in un abbraccio che significava ne ho più bisogno io di te, stringerti, considerato che il mio bisogno va all’infinito, il suo dove arriva? Ti voglio bene fino alla fine del mondo. Cos’è un luogo, uno spazio, un tragitto, un’ora, dimmelo. Te lo dico io. E’ una frase fatta.

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1 commento su “Freaky friday
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