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Denominazione Origine Controllata? (o n.8)
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Non accade spesso, ma sono di nuovo (quando mai!) sola in casa e ho paura non degli assassini, non dei rapitori non dei ladri, ho paura di non riconoscermi, di non essere coerente, solida, integerrima, macché, stronzate che interpreterebbe mio padre, mica lo so di cosa ho paura. Di solito è facile dire il contrario, ma io sono innamorata di tutti gli uomini che incontro. E quindi sono triste. Divento cattiva. Sono uscita con il vecchio maledetto amico -che poi mi sono divertita un mondo e non è proprio un dramma come lo disegno massì è un dramma- e gli ho detto prendiamo il gelato ma no poi ho cambiato idea perché ero così arrabbiata con la mamma che me l’aveva pagato in anticipo per entrambi strizzando l’occhio al gelataio come solo lei sa infiltrarsi nella mia vita scombinandomi i piani e picchettando scelte obbligate, cristo santo, ho trentanni, prendi il gelato qui, se non ci esci mi ammazzo, vai là, ridi a questa o a quella battuta, e non mi fido di te, e non voglio metterti a rischio, e io invece volevo fargli una sorpresa, mi mancava così tanto, quanto era, più di due anni? quando abbiamo viaggiato insieme con un biglietto in due e mi faceva le fotografie di profilo nella metropolitana col mio naso così taurino che avrebbe monopolizzato l’attenzione dell’inferno intero di fianco a Dante, un naso da fotografare, siamo stati i gran divi delle feste letterarie, tutti quelle bertucce impagliate col procione attorno al collo, tiravo fuori la lingua per avvicinarla al sessantenne reazionario (dove è finito? è morto? è finito in Africa e contrabbandare armi?), reggevo per le ascelle l’ospite che era tornato magicamente tra i vivi dopo una scappatina all’ospedale, mordi e fuggi, una riga di coca e via, beviamoci sopra, ero protagonista con i miei dieci modi di suicidarMi, sentivo dietro la fotocamera la sua risata gutturale, la sua risata facile, le sue battute grossolane ma mai volgari, il suo ripetere infinito di citazioni di vecchi film italiani di serie B, di pessimo gusto, ma che ridere, se l’omo ha da puzzà, lui era un uomo con la U maiuscola, ma di una raffinatezza sociopatica più profonda, sì può dire? misantropa? in un certo senso anche lui mi amava, o amava che gli offrivo la cena/pranzo/colazione, che se lo lasciavo a se stesso s’irrancidiva in una ciotola di fagioli e trasugava la loro acqua di vegetazione per sopravvivere, ora lo vedo tozzo, rotondo, bello, chi gli ha pagato chili di gelato fino a ora? dice che lavora. Sarà. Ma una sorpresa grossa gli volevo fare, ché lo dovevo ringraziare d’avermi consigliato di farmi gli sciacqui con lo scianteclèr per attenuare il dolore che m’hanno cavato un dente stamattina, un premolare. Era marcio. Proprio oggi lo dovevo incontrare che la mia guancia destra sembrava uno stagno col rospo dentro. Quando si ha mal di denti non si riesce nemmeno ad amare. Chi l’ha detto? (Uno stronzo). E allora dico facciamo due passi il gelato dopo. Mi vergognavo come un cane a dire che era passata mamma su quelle tracce seminando sassolini velenosi. Due passi lo guardo negli occhi lui non mi sa fissare senza arrossire un po’, intorno alle fossette, e penso, che figo, se fossi nato tre secoli fa saresti stato Beethoven, e uno come te distoglie lo sguardo davanti a sta brutta mitomane che twitta che scriverà un romanzo così bello che fa prima a non scriverlo mai. Aspetta, non te ne andare. Quante cose ho da dire. Non te ne andare a condire insalate. Posso far altro che guardare le tue foto, cercare un senso alla tua cupezza universale, al tuo essere così sfuggente. Le fai a te stesso le foto perché lo sai che sei bello. E più lo sai e più mi fai paura. Sì, ecco, lo so di cosa ho paura ho paura che anche tu sei solo come me.

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Elisabetta Pendola

SEO specialist. Specialista SEO organica appassionata di cibo, alimentazione sana, colori e buonumore.

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16 commenti

  1. sto imparando a conoscere la solitudine, io che non ho mai voluto essere sola. è difficile!

  2. questo flusso caotico, così congruente alla vita! tantissimo mi piace!

    1. grazieeeeeeee <3

  3. Hai un modo di scrivere davvero originale. Non è facile incontrare chi sa scrivere, qui e altrove, in una maniera così speciale.
    🙂

    1. ehi, grazie! <3

  4. Un gelato pagato è sempre un gelato pagato, alla fine.

    1. e infatti alla fine ce lo siamo mangiato 🙂

  5. Scrivi veramente bene!

    1. grazie! <3

  6. Sai. In fondo siamo tutti soli. Per fortuna ogni tanto troviamo qualcuno con cui fare un pezzetto di strada 🙂

    1. chi lo diceva Rilke forse che l’amore è l’incontro di due solitudini..

      1. Può essere. E in effetti lo trovo molto azzeccato.
        Buongiorno bella fanciulla

        1. brutta strega, casomai 😉

          1. Hahaha ma no. Per nulla

          2. :-* la prossima volta ti vengo a trovare io

          3. Ahahha ci conto 🙂

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