Non andava in bagno da cinque giorni, aveva aperto il cassetto nel quale riponeva tutte le ricette mediche degli psicofarmaci che assumeva e aveva ritrovata accartocciata sul fondo una prescrizione del nutrizionista di qualche settimana precedente, erano andati a comprarlo in farmacia, appena tornati dal mare, e si era fatta un clistere, le si era raggelato il sangue, i brividi le scuotevano l’addome come un terremoto, distesa sul letto a pancia in giù e stringendo i muscoli del sedere aspettava che il liquido magico a base di glicerolo avesse il tempo di ammorbidire la massa che le riempiva la pancia, che non le faceva più chiudere i pantaloni, forse era ora di buttarli quei pantaloni, si diceva, invece di tenerli sempre a banco di prova di come stesse ingrassando giorno dopo giorno, non si sarebbe potuta più certo chiamare anoressica ora e finalmente, pensava, poteva avere una malattia mentale che era del tutto mentale e poco corporea, una vera malattia puramente psichica, misteriosa e affascinante, una tenia che non sarebbe andata via con la cacca, né coi capelli, né coi chili perduti o con quelli riacquistati, poteva essere una vera psicopatica senza uccidere nessuno. Il clistere non aveva fatto effetto, la vicina di casa scarrozzata in macchina con il suo spocchioso cane rabbioso la seccava terribilmente, prima durante e dopo il tragitto per non parlare del ristorante, dove le aveva rimarcato quanto mangiava veloce, lei, non se l’aspettava da “una così”, (una così come, le aveva risposto) e il fastidio che provava lo dava a vedere con ripetuti sbuffi, sbadigli, frecciatine annoiate,e il babbo le aveva chiesto come mai avesse sempre lo sguardo fisso e corrucciato, come se stesse pensando sempre a qualcosa d’implacabile. Probabilmente pensava solo al clistere.
Il pane e il pesce0 (0)
Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]
guarda come sei bella!