Io non ci devo andare a fare la spesa all’esselunga con la mamma. Non. Devo. Ma neanche alla coop, né da panorama, e nemmeno da conad, ed elencate tutti gli altri brand di supermercati esistenti in italia, e all’estero è peggio, perché brancolo tra le corsie con le mani avanti a sonnambula attirata come una calamita impazzita dai prodotti tipici o dalle marche e forme di biscotti indigene, finisce sempre male, con la pietosa scena delle urla disperate da eroinomane al primo giorno di astinenza, la mamma alla cassa che tira fuori dal cestello prodotti a caso che io ho infilato di sguinscio, poveretta che si illude ogni volta che ci basti quello a carriola giallo, di cestello, e la cassiera che alza gli occhi al cielo e manda al fatidico trapasso del laser il sedano ormai muffito per le due ore e mezza che ci ha seguite anche sotto l’aria condizionata a tutto andazzo. Prima faccio la lista della spesa tutta coccoli e baci e pappa e ciccia con lei, assumendo un tono serio e parlando di progetti nobilissimi come lavorare, applicarmi, affrontare la convalescenza dopo l’operazione cercando di mantenermi forte, serena e massiccia di corpo e di spirito, dedicarmi al mio amore tutto greco, insomma questa lista su un cartoccio di post it giallo sbiadito maculato di chiazze di colla rappresa e annerita ritrovato appiccicato allo specchio del bagno del babbo, si leggono a malapena le parole cancellate dagli schizzi d’acqua dei suoi famosi sciacqui di 20 minuti in cui risponde a mugoli e rantoli rassegnati al mio continuo sproloquio esagitato prima della buonanotte, e aggiungo aggiungo ogni volta un vocabolo corrispondente a un’acquisto di cui ho, evidentemente in modo disperato, bisogno. La mamma butta l’occhio, e mi fa notare, con una risatina complice che a fine spesa diventerà isterica, per non dire arteriosclerotica, che ho segnato a penna una quindicina di articoli alimentari e sanitari, tutta roba che mi fa andare in bagno. A cacare, in soldoni. Prugne. Activia. Kiwi. Prunolax. Tisana 25erbe. Fermenti lattici. Benefibra. Fruttaefibre. Acqua vitasnella. Ah no, c’è anche il piegaciglia. E le sigarette. Per annientare nel tempo di una tirata tutto l’effetto antiossidante delle creme ultramiliardarie che mi sono fatta comprare perché cazzo, ho le mie prime rughe (Che ho vinto?? Prima ruga esprimi un desiderio??) E quindi mentre si cammina all’andata si sente uno sciabordìo che proviene dalla mia nuova borsa rosa J.Lo, che s’intona con i miei rinfrescati ed estivi gusti musicali, e le mie aspirazioni di frivolezza (questa sconosciuta) che proviene da una saturazione filosofica-letteraria-psicologica e dall’aborrimento e disgusto di un prolungato isolamento coatto e coattivo entrambe le cose e forse pensa che ti ripensa in ospedale c’avevo pure la mia cricca di amici, tutti completamente fuckedup, e in effetti no, c’erano dei limiti nell’interazione con quello che si rivolgeva a te solo se ti chiamavi Gobetti o La Pira, ed erano guai seri se qualcuno si azzardava a distogliere lo sguardo da la7 all’ora del telegiornale. Che noi avevamo già pasteggiato nelle vaschette di alluminio- tossiche, prima o poi verrà fuori, lo so- da due ore sapete come funziona il vitto negli ospedali, vedi la faccia di Lilli Gruber e già scoreggi ché il pasticcio di carne con i nervetti della carne masticata -toh, è un po’ dura- e sputata di ieri è arrivato tutto nell’intestino crasso, insomma, in fondo al barile. C’ho sto bigliettino in mano e una marlboro nell’altra e aspetta aspetta mamma, fermati, c’ho il ruttino nella borsa! Il ruttino è quella fantastica applicazione dell’Ipad per cui ogni mezzora ti fa il rumore della deglutizione per ricordarti che devi bere un bicchiere d’acqua, per ripulirti, per disintossicarti, e altre menate per cui farebbe bene l’acqua che non ho mai bevuto perché a me il gusto dell’acqua fa cacare, non so a voi, e specialmente quella senza residuo di sodio, cazzo, io non riesco a buttare giù nulla senza averci rovesciato una saliera, e quindi è tutto finalizzato a quello, ad andare in bagno. Per diritto o per rovescio. Dicevo questa applicazione è un’americanata pazzesca, veramente cool. Nel frattempo la mamma mi prende il portafogli da questa chicchissima borsa per trovarmi la schedina col numero di cellulare tim da ricaricare per continuare a far sì che il mio rettangolino apple abbia un senso cioè quello di giocare a candy crush mentre mi approprio del posto riservato alle vecchine con il gambo degli spinaci che fuoriesce dalle borse dell’ortolano perché la mia pancia eccetera, e quando me ne accorgo sbotto rubona!!! e io di furti me ne intendo (ndr) e dico fammi tirare una gozzata dalla bottiglia che è il momento e lei, che si è addentrata nell’abisso fluorescente del suo ultimo libro mi risponde che una gozzuta è un’unità di misura alla Aldo Busi. E qui, amatemi o odiatemi per questo, ma non posso far altro che di questo paragone essere onorata. E poi abbiamo litigato di brutto alla cassa, come al solito, tutto regolare. E poi anda e rianda sono tornata indietro a recuperare lo yogurt, sottomarca, perché ho squattrinato io, e ho parlato con il mio amore che si adombra di tristezza perché lavora mentre io sarò in ospedale e non mi può tenere la mano, l’ho rassicurato, la forza sarà con me, sarò una malatina più accudita e protetta di un pulcino e porto al collo il suo amuleto, snobberella e lasciva e consapevole di amare ed essere amata, che lo diceva anche quel desaparecidone di EwanMcGregor che è la cosa più importante, e che appena smontiamo entrambi dalle faccende brinderemo analcolico al nostro futuro, in Grecia, e scriveremo la nostra romantica trappola. Mamma! Mamma! Molla quel barattolino, pazza diabetica! Non senti lo zucchero che ti caramella le vene? Comprami una granita, a me, piuttosto. Ci si abitua tanto al male, ma anche tanto al bene.
(I <3 you.)
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con quello che hai passato sarà una passeggiata, e vedrai che non comprometterà la tua voglia di essere mamma. Un bacio e tanti in bocca al lupo e in culo al riccio!
in bocca al lupo
Stessa sete pure io in effetti 😀 Auguri, andra’ tutto bene!
Adesso vado io a bere perchè t’ho letta tutta d’un fiato. Ammappa che corsa ho fatto.
In bocca al lupo per quel che sarà nel tuo futuro ma il presente mi sembra vada alla grande.
Che forza che sei e che tracimasassi…. 😆
un abbraccio
In pratica mi sembra che abbia confessato di essere un vero disastro per il portafoglio, Anche se sei molto simpatica a chi non paga. Ciao se non ci incontreremo prima, buon ferragosto. Buona serata.
mi sono persa una cosa fondamentale: in ospedale per l’operazione di cosa?
ok lo dico: una cisti ovarica. bruttarella.
ahi ahi! ok. cosa bruttarella, ma sii positiva. c’è appena passata mia “cognata” che ancora cognata non è: aveva pure endometriosi e polipetti ecc ecc. ma hanno salvato tutto!