Poteva avere tutto. Tutto, dalla vita. Era una donna fortunata, era sfacciatamente dotata. Sprizzava successo e popolarità ogni volta che sbatteva le ciglia e svettava radiosa e luccicante nel suo abito azzurro porgendo le guance a destra e a sinistra per ricevere (non dare!) baci riverenti sventolando con grazia la sua collana di perle bianche, la prima da donna adulta, la pelle diafana in risalto sulle spalle modellate e scoperte in mezzo alla sala conferenze dalle lunghe tovaglie impreziosite di torte a più strati e foreste di coralli e boccioli di violette. E invece è morta mentre le consegnavano il premio. Immagino questa scena nitida e dai contorni bombati ogni volta che finiscono i sogni e io mi arrotolo nel letto in quei cinque minuti che mi dividono dall’inaugurazione di una nuova, febbricitante giornata in cui dover timbrare il cartellino della donna insignificante. Alla salute! Quando ti addormenti e pensi che è la cosa più dolce del mondo è sempre una rinnovata brutta sorpresa che arriverà così presto la mattina, che quelle ore che di giorno si prolungano e dilatano grottescamente mentre ti sforzi di non pensare troppo, di fare tutto quello che devi fare, le distanze tra una sigaretta e l’altra le riempi guardando il vuoto e contornando visualmente gli oggetti finché perdono il loro significato, dandogli dei nomi, rielaborandoli in simboli, invece la parola buonanotte si avvicina ingiustamente a quella del buongiorno, il riposo non rende giustizia alla fatica di crescere, che si trasforma nell’imparare ad essere soli, la notte si comprime nella lunghezza di un grugnito, il tuo respiro incastrato tra la mascella e il naso, le ciglia non sbattono ma si oppongono, non sai che tutta quella stanchezza, quella noia, si riverserà addosso al nuovo giorno con gli arretrati, e allora ti lasci aperta una via di fuga, nel sonno, t’inventi storie, manovri fantasmi illustri come marionette, armeggi con le pieghe del vestito e spiani le gale, ti abbottoni il bustino, ti fai allacciare la collana che ti è cascata in mezzo al seno e la raccogli infilando due dita nel corpetto e il pubblico si gira e vocifera un ohhh all’unisono, sei la protagonista e ogni tuo movimento non è ridicolo, è solo affascinante, senti il bacio di un uomo che ti sfiora dietro il collo, ti giri e il tuo profilo è perfetto e francese mentre sorridi perché ha strizzato un occhio segretamente per te, il risvolto del tuo coraggio, è più alto di te, perché siete bellissimi alla vostra festa, il libro sta per essere presentato, la torta sta per rivelare le sue sette sfoglie, inciampi leggermente sul gradino del palco e fai tintinnare il tuo bicchiere e sei piena di bollicine perché si soffermi sugli accenti giusti la voce quando leggi l’epigrafe in inglese, dal Paradiso perduto di Milton, sei brillante, tutti ti amano e puoi lanciare una scarpetta in testa a quelli che ti odiano, tu sei eccentrica, puoi farlo, sarà una serata memorabile, deplorerai chi è così sciocco da desiderare meno di questo. E poi muori. E hai un secchio di vomito da lavare.
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A me pare tutto un sogno…il desiderio d’essere perfetta e soprattutto amata da tutti, mentre la realtà è quel secchio…
Un bacio vero vero a chi vive la realtà del sogno.
La morte al ritiro del premio è il massimo dell’avanguardia…peccato poi non poterlo rifare…io esco e incontro quantità di medie persone..ma alcuni in controluce nascondono un contorno netto tra dentro e fuori e nel dentro intuisci abitare singolarità eccezionali e allora respiro.
E ogni volta leggo me stessa…
Betty leggevo leggevo e poi … e poi muore… tuffo al cuore! Confesso che a volte fatico a seguirti, non per colpa tua, ma perchè io mi aspetto delle cosine lineari e tu mi porti sulle montagne russe… ma le emozioni che provo leggendo quello che scrivi sono spettacolari! Ti bascio e dopo il vomito vai a testa alta che sei magnifica! Un bascio!
Non riesco a interpretare questo sogno che termina sempre male per la protagonista. Ci sarà tempo per capire questo post ermetico e un tantino surreale.
Dolce serata
sei micidiale Elisabetta, cogli nel segno tutte le volte
Secondo me sei gagliarda pure fuori dai sogni. Da sveglia.
Capito?
Scrivi benissimo, Betty <3 Ti abbraccio forte :**
Oh mamma! Tremendamente affascinante direi. Ma anche tremendamente terribile.
Ma perchè poi dovresti per forza morire??
A parte tutto, complimenti: scrivi bene, anzi benissimo!
pulisci e ricomincia. è così che funziona in ogni cosa.
si ma c’è tanto, sempre di più
Stai scrivendo troppo bene per farti davvero bloccare da un po’ di vomito. Grande Betty 🙂
niente mi sommergerà
sembra un romanzo della nothomb e sono anche sicura che non era affatto tua intenzione, ma lei che muore al ritirar del premio mi ha fatto molto ridere.
betty, è la lei inventata che muore, ma tu no.
un abbraccio
eh no io sono ancora qui a scriverne 😉
“…puoi lanciare una scarpetta in testa a quelli che ti odiano, tu sei eccentrica, puoi farlo…”
in questo momento vorrei fortissimamente farlo, perché sì, io sono eccentrica, ma vigliacca e nelle ultime ore mi sono lasciata sfuggire troppe occasioni di lanciare scarpe, graffiare volti, striare con le unghie il collo di chi ha ferito la persona che amo e me con lei….
che succede, Sere?
Niente che non possa essere risolto trovando l’estro di sputare in faccia a persone cattive, che non meritano niente… e ci mandano noi dallo psicologo?
Un post divinamente suggestivo, sensuale, inquietante, da scrittrice professionista.
Di cosa muore?
Perché “La tabellina del nove” ?
non ti so rispondere, boh! 😀
ah ah ah…sei fantastica!!! 😀
i tuoi post sembrano sempre la sceneggiatura di un serial appassionante 🙂