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So kiss me..

Mi ha solo sfiorato un angolo della bocca e tenuto la mano durante il tragitto. Credo che mi si stia finalmente scartavetrando il cuore, da pietra grezza e rinsecchita a gemma fulgente, devo ancora fare la valigia per New York, ma sono con la testa tra le nuvole prima ancora di imbarcarmi, perché ascolto il disco che ieri Gianni mi ha fatto di sorpresa per Natale insieme a un bellissimo set di cristalleria per servire la macedonia, ogni coppetta un colore diverso, gioioso, con tanto di biglietto che parlava della primavera in fiore, del lungo inverno e della lunga agonia che ho passato e in cui ho dimenticato non solo lui ma anche me stessa e che i semini neri che ho messo a congelare sotto terra per per tutto questo tempo non saranno stati vani, avranno continuato a lavorare desideriosi di germogliare, non possono che far crescere un meraviglioso papavero, sono pronta a sbocciare e a onorare questa primavera. 10 chili per metà giugno, esercizio mentale e fisico, ciclo mestruale, e poi mi porta al mare. Sono curiosa di conoscere la sua mamma, il babbo lo conosce attraverso me, gli piace che ci vada piano con me, che mi utilizzi con cautela, con lo scrupolo con cui maneggerebbe i suoi cristalli, in una scatola con sopra impresso il timbro fragile. Dal cd si sentono when a man loves a woman, hopelessly devoted to you, Georgia on my mind, una dietro l’altra, non posso fare a meno di pensare che mi piace il suo corteggiamento cauto, che non sia uno zerbino ma nemmeno un carnefice, che mi chiami Chicca e mi apra la portiera della macchina, a New York farà sotto zero, e io vagherò per le strade di Brooklyn con gli occhi lucidi  immaginandomi Meg Ryan in uno dei tanti film in cui la colonna sonora è la cosa più importante e che si vedono tanto volentieri sul divano per le feste rompendo gusci di noce e togliendosi i semini dei fichi secchi dai denti, spero solo di non essermi beccata un’influenza malefica, ieri sera tossivo e faceva male ai bronchi, mi soffiavo il naso in continuazione in pizzeria, eravamo alla cena del corso di scrittura, avevo resistito tutto il giorno fuori casa avvolta nel piumino a tremare coi brividi per le braccia e lungo la schiena per non condannarmi a mettermi a letto preventivamente, il letto non lo voglio nemmeno vedere una volta rifatto la mattina presto, mi sembra che ora niente possa abbattermi, sono forte, dopo essere sopravvissuta alla malattia neanche la più devastante delle febbri può costringermi ad abbassare la cresta, sto diventando una donna dalla scorza dura, che però protegge e custodisce un universo di sentimenti, le due cose non sono incompatibili, prima d’entrare al laboratorio di poesia io e Gianni abbiamo ballato un lento in mezzo alla strada spogliati della giacca e delle remore mentre lui mi cantava You make me feel brand new (God bless you), tutto intorno era sparito, girerò il Central Park a piedi nudi, se necessario.

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7 commenti su “So kiss me..
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      1. Beh , mia cara , ora chiarito il “quasi” ! Mi pare tu abbia incocciato un bravo e affettuoso ragazzo ! E penso che al tuo ritorno si darà .., ..quella famosa mossa! Buon viaggio ,cara, e buone feste natalizie a New York!!

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