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Colazione, progetti e ricordi d’ospedale
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Domenica volo a New York con la mamma. Stamattina mi sono svegliata tardi, per il mio solito, ho fatto una colazione super abbondante con pappa di riso e una fettazza oblunga di castagnaccio (non è venuto schifoso come pensavo anche se era carbonizzato) e ho portato da sola fuori il cane, cercando di non pensare alla mia pancia deliziosamente piena e di concentrarmi sulla respirazione yoga che mi ha insegnato Gianni sabato ma che avevo già sentito nominare quando feci quel corso di cucina macrobiotica alla madonnina di Montenero, tanti anni fa, oramai, quand’ero ancora alcolizzata e drogata di alcover, come passa il tempo, suona banale lo so, una frase di questo genere, ma non riesco ancora a credere di aver passato un anno intero chiusa in un ospedale psichiatrico, con la porta blindata, l’allarme, le telecamere 24 ore su 24, e non esserci impazzita davvero, là dentro. Un po’ ci sono impazzita, in effetti, però sono una sopravvissuta, e questo mi rende sempre fragile ma indistruttibile, cosa sono ora le rogne della vita, i piccoli dissapori casalinghi, le incombenze, i compiti quotidiani rispetto al dover risicare una cicca ancora asciutta rimasta in bilico sul bicchiere di plastica riempito d’acqua che simulava un posacenere, fumata per metà da un matto che si scordava per caso di arrivare fino al filtro per ritornare a fare il matto nella sua stanza a custodire gelosamente il pacco di biscotti cattivi altrimenti arrivava l’aspirapolvere (io) e glielo rubava per andarselo  a ingozzare chiusa in bagno, per quanto il bagno potesse essere indecente dopo decine di tentativi giornalieri, non miei, di coprofagia, e altri innumerevoli tentativi di vomito, quelli miei, la natura si rovesciava  e nessuno riusciva a comprenderci fin quando ho deciso di darmi un’altra possibilità, di ricominciare a prendere il prozac, di alzare gli occhi dal letto e poggiarli su un libro, Murakami, ché lo leggeva anche l’infermiera e se ne poteva parlare, così scambiavo due chiacchiere con qualcuno, che con la Stefy non si sapeva mai da che parte prenderla, e se era una cattiva giornata, si guardava le spalle con aria truce, e la sua rabbia poteva scaturire da un momento all’altro come una scintilla inaspettata, e allora qualcuno le prendeva, e allora la punturavano e la legavano, due serie di lacci per la stessa camerata, due letti accanto, un coro di due voci che gridavano alle orecchie abituate dello staff voglio uscire da qui, voglio uscire da qui! allora io meticolosamente la sigaretta se potevo la salvavo dall’estinguersi in fumo e la mettevo tra le labbra toccando la saliva impastata di polvere di Zyprexa che addolciva anche la mia bocca, cercando di ingobbirmi il più possibile per coprire alle telecamere con la mia testa il mio gesto disperato. Accumulavo le sigarette nella cesta comune, stavo bene attenta che scrivessero sulle winston rosse lunghe il mio cognome, le nascondevo dietro ai cassetti, nascondevo l’accendino dentro la confezione di salviette intime, dietro le arance che rubavo ai pasti e che non potevo toccare perché l’unica nutrizione che potevo ricevere doveva passare per forza attraverso il tubo, quindi mi marcivano nell’armadietto, quando non me le beccavano prima e mi sequestravano il computer per due giorni per punizione e oh, come piangevo e detestavo il mondo. Poi ho deciso all’improvviso di guarire, e ora vado a New York, ma questa sarà un’altra storia, e quando l’ho deciso l’universo intero si è piegato a favorirmi e rallinearmi la strada, e posso parlare dell’ospedale psichiatrico con la benevolenza di un’orfanella che è stata ignorata per tanto tempo da madre natura ma una volta cominciato a sorridere, facendosi furba e diventando un po’ più carina e motivata, anche là dentro, ha cominciato a spargere marmellata sulla sua lingua, poi a sgranocchiare bastoncini salati ai semi di girasole che portava la mamma una volta ogni tanto a sorpresa, ed è infine stata adottata dalla vita.

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Elisabetta Pendola

SEO specialist. Specialista SEO organica appassionata di cibo, alimentazione sana, colori e buonumore.

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13 commenti

  1. è vero, ne è passato di tempo prima che mi decidessi, e prima che mettessi in atto il cambiamento interiore ed esteriore… e ora sono ancora a metà strada cosa credi 😉

  2. Quello che mi ha colpito: “Poi ho deciso all’improvviso di guarire”. Chissà quanta strada ha fatto quella decisione prima di diventare consapevole. E duratura.
    Ciao!

  3. Quello che mi dà fastidio è “il nessuno riusciva a comprenderci” …
    nel senso che chi ti deve aiutare e curare o solo darti un sorriso non lo fa… e, non vuole comprendere il grande dolore che può avere chi è stato classificato ” matto ” o ” non normale ” no, per certa gente è facile dire o pensare ” quello è matto, perchè aiutarlo? perchè sforzarsi di capire cos’ha veramente? perchè non fargli un sorriso perchè ho voglia di sorridergli e per dargli un minimo di gioia? ”
    tante volte penso che certi pregiudizi dobbiamo scrollarceli di dosso… e, finirla di classificare le persone… in fondo… noi perchè dobbiamo essere etichettati come ” normali ”
    penso che in quei luoghi le PERSONE che sono ricoverate devono solo essere aiutate amorevolmente… e, non essere trattate come delle cose…
    a momenti trattiamo meglio un oggettino che queste persone bisognose di solo affetto…e, sicuramente anche di cure… ma, per il mio semplice parere alcuni hanno solo bisogno di affetto…
    quando, facevo tirocinio … ci dovevano mandare in un manicomio a vedere la realtà… ma, non l’hanno mai fatto… ci mandavano un gruppetto di malati sedati al massimo nei nostri locali… e, non potevi fare nulla… perchè erano completamente assenti…
    ma, ricordo che una donna chiedeva sempre della figlia… un infermiere mi disse… non ha nessuna figlia è solo pazza…
    mentre lei diceva che era stata chiusa li perchè aveva avuto una figlia… e, per nascondere la cosa le avevano detto che era matta…
    Io, credevo a lei e non all’infermiere… non so perchè ma io ho creduto a lei…
    Scusa… ho divagato…
    un bacione bella

    1. non sai quanto ti do ragione, le persone cosiddette “matte” hanno spesso una sensibilità e un’intelligenza estrema, e a volte è proprio quello che ci frega… un giorno vorrò liberarmi anch’io dell’etichetta di matta

      1. infatti… questo i ” normali ” che attaccano etichette a destra e sinistra non vogliono capirlo… non vogliono capire la sensibilità di chi sta male cosi come non vogliono capire chi sta male ed ha un problema non è ” matto “

  4. Sei stata troppo a lungo in un posto che non era tuo. Troppo a lungo in catene, quando la tua libertà è dentro di te.. dentro ciò che splendidamente sei. Dimentica quel buio che ti ha fatto credere d’essere folle, dimentica ciò che ti ha fatto vedere. Godi solo del sole, dell’amore e del futuro.. sei bella e splendida così come sei. Un abbraccio e che New York sia una fonte di felicità.

    1. oggi c’è un sole che abbellisce anche i tratti neri del mondo, io nella mia mantellina blu a giro per la città ne sorbisco i succhi dai raggi come fosse miele, rido, chiacchiero, scherzo, assecondo, perché mi sento di farlo, non perché sono costretta, finalmente, ho sciolto le catene, i nodi restano, ma si possono affrontare, non posso più fuggire al mio destino di essere felice (facendo le corna, tiè hahahaha), grazie Ely!

  5. Beh , cara Elisabetta , ora pensa al viaggio con la mamma a New York e dimentica l’ospedale ! Comunque ottima descrizione degli ambienti e della vita , per chi ,come me, se ne è occupato per direzione amministrativa per più di 40 anni! Buon e gioioso viaggio ,mia cara!

    1. grazie Lucio, vi terrò informati per quanto posso altrimenti ci risentiamo a gennaio, wow, nn vedo l’ora di partire e l’ospedale è un ricordo chiaro ma passato..

      1. Grazie a te , mia cara Elisabetta , e considera l’ospedale come ricordo chiaro (da rimuovere al più presto!) , ma soprattutto come PASSATO !! Un abbraccio caldo e forte !

        1. sì un bel passato di verdura! buona serata carissimo

          1. Ottimao il passato di verdura , mia cara! Un abbraccio forte !
            P.S. Non mi fa più mettere il mio avatar come prima!

          2. hahahaha dai anche questo rosina è carino ;P

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