Erano andati a Lerici con la macchina e il cane, passando per l’autostrada che portava dalla versilia al litorale ligure, si erano fermati all’autogrill a prendere il caffè e lei aveva comprato il maialino vestito da babbo natale per il cane, era così entusiasta di fare una vacanza con suo padre, non riusciva a stare ferma in macchina, sapeva che non avrebbero bevuto, ma che lei sarebbe stata bene lo stesso, nonostante si presagisse un uragano da quelle parti e per le strade davanti ai portoni avessero già cominciato ad appoggiare i sacchi di sabbia per evitare gli allagamenti. Erano arrivati per l’ora di pranzo e si erano accomodati in hotel e lei aveva fatto una doccia veloce perché quella mattina con la furia di partire non c’era stato tempo di farla entrambi, e l’aveva fatta suo padre, nella scelta. Lui le aveva detto la sera prima che sarebbe stata pura cattiveria se lei gli avesse rovinato la vacanza bevendo, e lei si era ripromessa di restare lucida, ferma, sana, avrebbe anche mangiato il pesce, per lui. Si erano fermati in un ristorante non proprio nella piazza affacciata sul porto, ma in un vicolino sul retro, e si erano saziati di bontà nascoste, c’era stato poco avanzo da dare al cane. Dopo il caffè si erano fermati sul molo a guardare le onde infrangersi immersi nella nebbiolina elle nubi tempestose e si erano immaginati e raccontati di vedere la nave con Shelley a bordo che andava a picco e Byron dalla casa sul mare che lo osservava con un cannocchiale, vestito di velluto rosso, con un’orchidea all’occhiello. Ritornavano sulla passeggiata verso l’albergo, si guardarono negli occhi e si proposero di riposare nel pomeriggio aspettando che si accendessero le lucine nel porto e la rocca venisse illuminata dal faro. Si addormentarono e si svegliarono che era già buio, si erano scordati di chiudere la finestra, per cui non la smettevano più di starnutire, col mal di testa che penetrava in loro attraverso il rumore delle onde, si stropicciarono gli occhi e dettero una sciacquata, la sera sarebbero andati a destra invece che a sinistra, l’altra parte del golfo era ancora tutta da scoprire, si infilarono il piumino, misero il collare al cane e gli versarono i croccantini nella ciotola, e poi, come due vecchi pescatori dalla faccia consumata e le mani callose, salparono anche loro nel vento della sera.
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bella passeggiata!
io…mai fatta una passeggiata sola con papà…
e sì che mi sarebbe piaciuto.
Ora, però, che le passeggiate lui non le fa più, è così lieto di starmi a sentire raccontare di viaggi …e guardare le foto che faccio…e pensare di esserci anche lui, in tutti quei posti stupendi…
Poetella ha fatto pace con papà…
Conosco la zona , cara Elisabetta ! Bellissimo il tuo racconto!