E’ bello comunque sapere, appena tornata dal cinema, che in tre oggi hanno raggiunto il mio blog scrivendo nella barra di ricerca di Google i termini “rotolarsi nella merda”. Il film era così così, come tutti i film di Virzì, e aveva quel solito gusto dolce amaro del già visto, già sentito, già addirittura criticato, ci mancava solo la Sandrelli e il quadro del dolceamaro sarebbe stato l’archetipo dei film di Virzì, per carità, si sorride, ma è talvolta un ridere ridotto al grottesco, l’esagerazione caricaturale nella psicologia dei personaggi è portata all’estremo, al paradosso, quasi al ridicolo, sicuramente al non credibile pur trattando un tema molto attuale e credibile descritto per altro molto bene nel libro da cui è tratto il film, quello della capacità di sopravvivenza di una coppia al fallimento della procreazione, quando fortemente desiderata. Insomma, invece che fare sempre la sòla ai film che vedo, meglio che torni a frugare nella mia autoreferenzialità.
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uhm…rotolarsi nella merda? disgustoso!
in effetti volevo andarci a vederlo…grazie per le informazioni:)
I film di Virzì non li ho mai sopportati, rende tutto troppo mediocre, pressapochista.
scusa la mia domanda ma da che libro è tratto? grazie mille.
da “la generazione” un libro di Simone Lenzi
grassie ^_^