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Oggi torno a casa

Dopo un anno e mezzo quasi che sono stata ricoverata in psichiatria, medicina, psichiatria di nuovo, poi clinica privata per disturbi del comportamento alimentare, finalmente oggi è giorno del mio ritorno a casa, e non mi sembra neanche vero, non avevo più speranze, dico la verità, le avevo perse in un letto di camerata, perse mentre goccia a goccia mi nutrivano attraverso le sacche parenterali e poi attraverso il tubicino nello stomaco, non connettevo neanche più con la testa, non c’ero, ero morta ancora prima di morire, e ci sono arrivata a un soffio, dalla morte, la notte della vigilia di natale il dottore di medicina disse ai miei che non avrei rivisto l’alba del giorno felice, né aperto più regali, e invece, dalla carrozzina in cui ero costretta a muovermi perché non mi potevo neanche più alzare in piedi e camminare, non mi potevo lavare da sola, non mi potevo muovere per evitare qualunque, qualunque dispendio di energia, ho deciso che il breve soffio della vita dovesse passare attraverso il mio respiro, non so cosa me l’abbia fatto inalare, forse la fluoxetina, sono sincera, non nego che mi abbia aiutata, mi avevano tolto tutti gli antidepressivi perché li ritenevano inutili ma devo dare atto alla psichiatria che è stata una buona mossa farmeli assumere di nuovo, forse ne sarò diventata dipendente ma è meglio che marcire in un letto agognando la morte ogni istante del giorno che si confonde alla notte che si confonde ancora al giorno successino e il tempo è solo un banale prolungamento del dolore. Ho deciso di prendere la strada della vita, è stata lunga e faticosa, cazzo se è stata faticosa, lo sarà ancora, e sempre di più, ma la voglia c’è, di buttare dietro le spalle questa malattia come un fardello paradossalmente pesante e guardare a quel che ancora posso prendere dalla vita, sebbene abbia già 28 anni e abbia perso tanto e troppo tempo della mia giovinezza finita, inizia forse per me già l’era delle responsabilità, e voglio prendermele tutte, forse sono cresciuta in modo diverso dalla maggior parte della gente, forse sono cresciuta attraverso ma anche grazie alla sofferenza, e, come il film tratto dal libro di Cameron che abbiamo visto ierlaltro al cineforum, questo dolore non è detto che un giorno mi sarà utile.

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2 commenti su “Oggi torno a casa
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  1. Io ti conosco solo tramite blog. Ma ti leggo da una vita ed è un po’ come conoscerti sul serio. Sai come succede quando ti affezioni ai personaggi letterari a tal punto che quando chiudi il libro ti sembra ti perdere un amico.
    Te lo ripeteranno un sacco di persone e magari risulta banale. ma sono felice per te, davvero tanto.
    Io credo che tutto succeda per una ragione, e non lo credo perchè sono fatalista o religiosa, ma perchè è l’unico modo che ho per andare avanti. Se ho ragione (e ho ragione) la tua sofferenza, il percorso anomalo di cui parlavi, ha un senso. E’ probabile tu sia destinata a qualcosa di grande, a una vita mai vuota, a cogliere nel poco un pulviscolo di molto che ad altri sfugge. Sono fermamente convinta che la felicità stia dentro di noi non in quello che ci succede, che la si possa trovare nelle sfumature dolcigne di un banana split o nelle serate d’inverno o nel guardare la luna o nel peso di un libro in borsa. Dopo quello che hai passato chi meglio di te può notare queste cose? Cose che ai più sfuggono. Un passato di sofferenza potrebbe trasformarsi in un dono.
    Vai. Vai a essere a brillare a fare casino a vivere. Fallo consapevole anche del fatto che sei un esempio, anche per chi non ha la forza di farcela a uscire dal labirinto della bulimia. Like me.
    Buona rinascita (come una fenice!!!)
    P.

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