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Testardamento

Il fatto che ora appaia una roba scritta non equivale matematicamente alla conferma che io sia viva pimpante lucida e vivida, non che una condizione sia preferibile all’altra, se proprio fossero antitetiche opposte e alternative, dicono che sia la morte quella definitiva e non risolvibile ma ho la certezza che esitono meno morti viventi che vivi morenti, dacché l’aggettivo participio ne tratteggia l’azione in fieri il mortovivente è un mandrillo scanzonato arzillo e il vivo è bollato, schedulato, programmato, pianificato, ha come unica destinazione e declinarsi il crepare, proprio come il mio post. 

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49 commenti su “Testardamento
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  1. eccoti! eccomi! sei sempre dietro la lavagna? giornata di “rovesci”! io stamane un pò 😉 di sapone liquido per lavatrice,ero affogata tra le bolle di sapone! non tornare a sparire eh!

  2. sono ossimori che confondono le idee, un pochino…ma nulla è chiaro sia pure alla luce del sole, e ogni giorno si combatte con se stessi e con i propri pensieri
    🙂 Annalisa

      1. Ahahahah !! Ehhhh ! Sono un espertone. Poi c’ho una pazienza ! Portalo dai cinesi,quelli riparano tutto ! Quasi quasi mi porto anche io dai cinesi. Magari mi riparano.

                          1. P.S. Mi viene in mente ora il mitico film “Mortacci” dove Sergio Rubini si chiedeva: “Eravamo morti prima, siamo morti adesso… e mò dobbiamo morire un’altra volta?”.

                          2. C’è un sacco di gente che è morta dentro e non lo sa. Bisognerebbe dirglielo. Tu, invece, viva seiiii, a tuo modo, che è un modo tutto tuo. Spero di essermi spiegata 😉 Mi piace molto questo post, un abbraccio forte.

                            1. Anch’io. Solo che ho fatto un casino. Ora dietro la lavagna. (No un casino metaforico, ho rovesciato in terra mezzo litro di purè di melecotte. Cheppalle c’erano i chiodini di garofano ora mi sembrano moschemorte)

                              1. E hai passato tutti questi giorni a rimuovere le mosche di garofano?
                                Io ho un’idea diversa sulle tipologie dei morti.
                                I morti viventi sono come mia cugina, da anni in un letto, se la corichi chiude gli occhi, una pompa nella pancia per alimentarla e tenerla in vita. “Speriamo che non capisca”. Non credo, visto che le facoltà mentali le aveva perse già prima di quelle fisiche. Una bella bambola rotta.
                                I vivi morenti sono come la nostra amica devastata dal cancro. I figli non hanno accettato di portarla in Svizzera e allora sta vivendo fino all’ultimo. E tra una chemio e un ricovero va’ in cantiere, fa’ posare travi, litiga col Comune. Viva fino alla morte.
                                Un abbraccio. E mangia qualcosa, nell’ultima foto ti vedo troppo troppo magra.

                                1. io sto con quella che litiga col comune, dille che vengo anch’io la prossima, di qualsiasi bega si tratti.
                                  in ogni caso ora sto peggio che nell’ultima foto. iodle iollallàhihì! 🙁

                                  1. Problemi urbanistici.
                                    È inutile che metti i faccini tristi. Tu sei contenta di questo tuo deperimento (concedimi il contenta). Ti serve per fare del male agli altri attraverso il male che fai a te stessa.

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