Se angoscia e sofferenza danno spessore a un’anima qualunque e stratificano il carattere, allora io sono una millefoglie. Qualunque. Di quella pasticceria così è così. Che è domenica ed è lungo la strada. Che te la dimentichi in fretta. Che ne butti mezza e non la prenderai mai più, ma la continuano a fare. Sta lì, sfoglia, dopo sfoglia, a non vendersi.
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Non ti voglio addolorare ma forse si a me prende un pugno nello stomaco e devo vomitare acquiccia, di prima mattina quando il sole dovrebbe splendere
Se ci fosse un tasto “mi spiace” lo cliccherei.
O forse no: come ti scrivevo non amo cliccare.
Allora te lo scrivo: mi spiace.