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Citazioni familiari La tentazione di esistere Parecchio self-centered Self

Lettera a un’amica
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Ciao Stella, sì, mi rivolgo a Te. Vedo che hai dovuto fare una faticaccia in questi giorni per sistemare le cose, trapiantare i mobili, lasciare andare un vissuto, ma sai, parlando dall’esterno, con occhio imparziale ed obiettivo come solo quando non si parla di me so avere, senza sapere bene la situazione e i tuoi sentimenti (anche se me li hai spiegati in modo chiarissimo), ti posso dire che fare questo ordine secondo me risulterà alla fine un ordine mentale, ripulire la testa da fantasmi, vedere 20 anni svanire in un puffsecondo ti sembrerà una fine, ma potrebbe essere un inizio, di un altro scompartimento della tua vita, collegato dal vaso comunicante dei ricordi. Mi dispiace tanto per la tua mamma. Sono così patologicamente legata alla mia che non riesco a pensare alla sua ipotetica assenza, che il corso naturale della vita me la porterà via, prima o poi le mamme muoiono, e questo non ce lo risparmia nessuno, non ci possiamo comprare la garanzia eterna delle coccole, del cibo che ci portava alla bocca, i suoi rimproveri, i suoi consigli, il suo sguardo che sapeva dire tutto e che sapeva tutto. Sono però contenta che ti stai dando da fare per tenere occupata la mente e mandare avanti la baracca (si dice, così, no?;) soprattutto preparare pranzetti per il tuo compagno, è un atto di condivisione che regala felicità a chi lo dona, vero? io almeno, vedo felice tanto chi mangia che chi ha cucinato (e mangia a sua volta, si spera). sai, e so che lo sai, ho avuto moltissimi problemi e un trascorso patologico col cibo che mi trascino ancora adesso nonostante io non sia più malata da ricovero, la sua assenza, la sua presenza asfissiante nei miei pensieri, sto ritrovando e ricercando ogni giorno la pace, ma per raggiungerla che guerra continua per non cadere dalle partie se mi dicono che così sono obesa, ebbene sarò obesa, ma sono sicuramente più serena che intubata e incannulata e attaccata a una flebo e legata al letto con le stringhe di cuoio perché se no mi strappavo gli aghi dalle vene da quant’ero matta. per me il cibo è un elemento importante che simbolizza l’amore, la ricerca incessante della vita, la fame come spinta vitale della continuazione e dell’eternità, ricevere cibo dalla mamma significa essere in grado di prenderci cura degli altri, e quindi di donare vita, amore, morire d’inedia significava aver perso le speranze di amare. ero una ragazzetta così difficile e stupida e incazzata col mondo che negavo la natura compassionevole dell’essere umano Gente, dottori, infermieri, genitori, altri pazienti pazzi che mi porgevano il cibo e io lo vomitavo. Allora hanno cominciato a togliermelo dalla vista, e l’ossessione e la fame ha iniziato a annidarsi nel cervello, per me potevano schiaffeggiarmi, mettermi accanto a un bimbo che davvero non aveva da mangiare da mesi, e a parte che non si sarebbe riconosciuta la differenza in quanto a magrezza, io guardavo solo dentro al mio egoismo: morirò e sarà colpa vostra! quello che pensavo. Ho cominciato a mangiare le pappe dei neonati, la mamma mi doveva imboccare perché da sola non ce la facevo a reggere il peso della forchetta o del cucchiaino riempito di marmellata. Ho aperto la bocca ed è stato amore, puro, denso, mai un frullato di pollo lesso nell’universo avrebbe avuto un gusto così delizioso, pochi bocconi, qualche grammo di zucchero nel sangue, e ho scoperto di essere innamorata. Del primo uomo che mi era capitato a tiro e che si fermava in camera a parlare con me dopo avermi prelevato l’ennesima provetta di sangue dalla giugulare che era l’unica vena accessibile, i bracci sfatti, martoriati, lividi, le vene cave, inaccessibili. Si metteva a sedere sulla mia branda, senza mai avvicinarsi troppo perché altrimenti scappavo, mi rifugiavo dentro l’armadio, tanto ci entravo tutta, e iniziava a parlarmi della sua vita, e io pensavo: quest’uomo potrei rubarlo. Fare parte anch’io della sua vita. Poi sono guarita, e l’infatuazione è svanita, io sono uscita dall’ospedale psichiatrico, e mi sono impiantata nelle mie scarpe dopo un anno di ciabattine sterili, il mio cuore è ingrassato, facendo posto ad amori più grandi, amici ritrovati ed amici conquistati, e tanto lavoro di scrittura, tanta fiducia. Quindi grazie di esserti affezionata a me come io mi sto affezionando a te. Ti chiederai perché ti racconto queste cose e perché ti scrivo qui. Perché serve a me. Perché serve a te, se è vero come credo che sia terapeutico e rigenerante, i nostri sentimenti non devono mai essere nascosti. Forse io potrei fare un lavoro con la discrezione, è vero. Ma vorrei che le nostre mamme in qualche modo leggessero, ovunque siano, che noi ce la caviamo, in qualche modo, che sono sicura è quello che vorrebbero sapere da noi.

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Elisabetta Pendola

SEO specialist. Specialista SEO organica appassionata di cibo, alimentazione sana, colori e buonumore.

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8 commenti

  1. L’unico pensiero, con una lacrimuccia di commozione: che bella che sei! 🙂

  2. Mi permetto di scrivere qualcosa solo perchè sono una mamma che ha rischiato di morire per ben due volte e nell’ultima operazione che ho subito, pur con mille garanzie, poteva accadere, il core è core e l’intervento è stato lungo. Ho rischiato di lasciare sola la mia bambina, la prima volta aveva solo 7 mesi e l’avevo aspetta per 10 anni; la seconda aveva 1anno e tre mesi; quando sono stata operata 11; ora ne ha 13, ed è una bambina (ancora la chiamo così) stupenda, ma che non è molto sicura di se stessa, e si capisce perchè, ma quando ero ricoverata per la riabilitazione, una sera mi ha mandato un sms, erano le 23:”Mamma, mi manchi da morire, ma mi hai insegnato a guardare il cielo, a cercare la stella più luminosa, a guardarci dentro e scoprirci un mondo d’amore, un mondo infinito; l’ho cercata, l’ho trovata e ho guardato, c’è tutto quello che mi hai insegnato, dormi bene perchè ora sò che tu ci sarai sempre” E ho pianto tutta la notte, di gioia, di malinconia, di orgoglio per me e per lei. Tu scrivi “…non ci possiamo comprare la garanzia eterna,,,”, infatti non si compra, c’è, è gratuita, la garanzia di un amore che ha la forza di attraversare tutti i mondi oscuri, con dolore sicuramente, ma è un boomerang, che torna indietro e plana tra le mani e nel cuore dei figli. Ormai ne sono convinta, e i figli daranno questo amore ad altri, che sia un individuo, un animale, una pianta, un non so chè, ognuno sceglie il suo. Ti abbraccio, queste parole che hai scritte arrivano come una freccia nel cuore e nell’anima.

    1. grazie della tua testimonianza, cara FulviaLuna… il messaggio della tua “bambina” alle ore 23 del tuo ricovero… ha fatto emozionare anche me :*

  3. Noi ce la caviamo sempre perché ci cibiamo del loro amore eterno!
    Sei davvero dolce!!!! 😀

  4. Bellissime parole, un pensiero delicatissimo.

  5. Noi ..c’è la caviamo sempre! 😀 !

  6. devo usare le tue parole, non posso fare altrimenti: sei una bella persona.

  7. Ben detto, grande Elisabetta!

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