Feed your Inner smile!

Racconti brevi

10 modi di morire (n.5)
0 (0)

Non sopportava davvero più quella cantilena. La mamma respira, la mamma tossisce, la mamma indica la cannuccia e ha sete, Laila! non lo vedi che ha le labbra screpolate, porta alla mamma la padella, ecco, si è bagnata, lo sapevo, non sei stata a controllarla tutto il tempo! Tutto riportava alla mamma, lo spazio e il tempo erano scanditi dalle esigenze corporali che non potevano più essere autogestite da un cervello che comanda, che mantiene. Non aveva più un padre per sé, da quando la mamma si era ammalata. Si doveva dire così, non si poteva dire in giro che aveva perso la testa. Nessuno doveva sapere che lei parlava più ai gatti che con loro, che erano la sua famiglia, ai vasetti di piante grasse, e si rivolgeva a lui col nome del suo primo amore, che era stato così tanti anni che lei non era stata ancora incamerata nel mondo delle idee, delle intenzioni. Sentiva il retrogusto della possibilità della sua assenza, di quell’universo in cui lei poteva non esistere e in cui tutto forse sarebbe andato diversamente, con quell’uomo dal viso fissato eternamente sbruffone e giovinetto col basco militare calzato un po’ di lato sulla foto in fondo al borsello delle vecchie cose, e non con suo padre che adesso si era ridotto a un nervoso telecomando di gomma che aveva passato la vita a rincorrerla, a rincorrere bambini, e che la zittiva per non mancare le parole sconnesse che potevano avere un qualsiasi significato, ma che per lui significava amarla, ascoltarla ora, con tutto quello che aveva da dire, con tutto quello che c’era sempre da fare, per mantenerla pulita, sazia, contenta, per permetterle di essere sempre pronta a raccontare della vita che non aveva vissuto col suo grande amore. Uscire a comprare le medicine era come farsi da parte, lasciarli soli e indaffarati, a chiedere chiedere chiedere, a dare dare dare. Sentiva suo padre imprecare con la voce che si mescolava a quella della radio, perché l’acqua che aveva bollito era ancora troppo calda per tamponarle la testa, si sentiva un’intrusa e in colpa perché avrebbe voluto essere morta piuttosto che non essere neanche riconosciuta, che dovere assistere a quella scena patetica, si affacciò alla finestra della sua libertà e si sentì fuori di testa come la mamma pensò di arrivare in fretta alla farmacia a due gradini sotto casa facendo un salto in quella sua vita ipotetica tutto era a distanza ravvicinata invece saltò dal quarto piano, e quando toccò terra era morta.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]

Elisabetta Pendola

SEO specialist. Specialista SEO organica appassionata di cibo, alimentazione sana, colori e buonumore.

Potrebbe anche interessarti...

40 commenti

  1. Questi racconti sono estremamente suggestivi. A parer mio, non esigono neanche la corretta interpretazione di ogni minima sfumatura. Provocano un notevole impatto emotivo nel complesso. Sembrano dipinti espressionisti, poesie.

  2. Racconti da brivido, è un’angoscia che brama di giungere alla fine per sapere che succede. Brava e complimenti! Grazie per la tua visita. Ciao 🙂

    1. grazie <3

  3. Leggere ciò che scrivi talvolta è angosciante, ma questo vale anche per me 😀
    Baci * ______________ *

    1. baaaaaci

  4. Bello, è scritto davvero bene. Mi piace lo stile un po’ a “flusso di coscienza”. Purtroppo il tema non è così lontano dalla realtà di molte persone

    1. Già, infatti, bacino grazie di aver letto :*

  5. Spesso il male di vivere ho incontarto, diceva eugenio montale.
    Tu ne scrivi in modo spietato. e bellissimo…..

    1. grazie <3

  6. Emma dice:

    Complimenti, davvero bello e forte!

    1. grazie <3

  7. Agghiacciante questo racconto, e bellissimo nei suoi dettagli realistici e quotidiani, complimenti!

    1. grazie Marco <3

  8. il guaio di tutte queste intenzioni è che una volta lanciati non si può più tornare indietro

    1. già 😉

  9. mi sembrava di aver lasciato un commento. Grazie per il passaggio da me

    1. ciao sandra grazie a te di essere qui

  10. Mi sa che qui mi devo fermare con un pò di calma..ed un collegamento migliore..torno presto!!!

    1. ti aspetto Paola!

  11. Sono capitata sul tuo blog un pò per caso, mi piace molto come scrivi, vorrei avere almeno un pizzico del tuo talento!

    1. ti ringrazio Monica 🙂

  12. Non si può dire dove la fantasia s’incrocia con la realtà perchè tutto è possibile e impossibile allo stesso modo. Buona settimana cara

    1. grazie di cuore <3

  13. m4ry dice:

    Sto leggendo pian piano questi racconti brevi…tesoro, tu scrivi davvero bene…questo racconto è intenso, vero….un pugno nello stomaco..
    <3

    1. grazie M4ry, e scusa per il pugno nello stomaco <3

  14. Che racconto Elisabetta!!!!

    1. grazie tesorina mia <3

  15. Ok aspetto la numero 6. 🙂

    1. atensiò che arriva

  16. e anche questo è un modo per sopravvivere. tvb

  17. Anche questo è un modo di morire, un modo per lasciare la sofferenza agli altri, il testamento ultimo del senso di colpa demandato.
    Peccato per Laila. Io sono stata Laila per il mio papà, in un tempo che ora mi appare infinitamente lontano, in un tempo nel quale avrei voluto dissolvermi, ma ho atteso con l’aiuto di pillole fintanto che la sua voce si è spenta ed io sono sopravvissuta.

  18. ero indecisa se approvarlo o no ma poi mi sono detta che avrebbe fatto scompisciare una come te e l’ho lasciato, tvb 😉

  19. volevo scriverti un grazie (anche in riferimento alle tue scuse di ieri: non hai nulla di cui scusarti, e ti ringrazio per come e cosa scrivi) ma il commento prima di me mi ha fatto scompisciare e quindi ciao e basta 😉

  20. non so esattemente perchè mi sono iscritto al tuo blog probabilmente per riconoscenza della visita e del messaggio e per le tematiche non certo per la forma io non leggo leggere mi risulta molto difficile preferesco il video, proponimi video da youtube ciao

    1. peccato ti perdi a non leggere (non dico me)

  21. Wow!!!! che racconto “forte”! 🙂
    ciao!

    1. grazie!

  22. sempre bello, ma finiti questi aspetto i 10 modi di vivere sfrenatamente 🙂

    1. anche tranquillamente

      1. ahhaah anche anche 😉

Dimmi tutto!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: