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Brava brava, sonotantobrava sonotantobrava
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La mia mamma arriva con l’aspetto e la voce sfarinati di una giornata pesante che sta per concludersi e mi dice: Betty, mi è venuta voglia di giocare a palla. Io rido e faccio il verso di unire le mani a Bager, lei respinge l’aria con una specie di schiacciata e io faccio finta di farla vincere, di far cadere un pallone immaginario a terra nel mio campo. Vorrei palarvi di quanto so essere adorabile, coccolona, incisiva, del successo che riscuoto ogni cosa io faccia, ogni ricetta in cui mi cimento, ogni commento acuto o srcastico che faccio, ogni battuta sempre brillante, ogni domanda appropriata, e la bocca sempre aperta a sciorinare risposte, concrete, che sanno di imperativo categorico, che sono nette, moralmente ineccepibili, ogni pignoleria cortese, arrivare con una brioche in mano la mattina e adorarlo anche in ciabatte e con la bocca che sa di notte, del talento che ho per essere la persona più amabile del mondo. E invece no checcredevi sono accecata dalla compulsione malata e per sedare l’embolo schizzato imbizzarrito furibondo e furente mi becco due Tavor al giorno. C’è qualcosa che è più potente di me. C’è qualcosa che non scelgo io. Io. Io. Io. Sempre e solo Io. 28 anni di puro egocentrismo prima o poi ti si rivoltano contro. E cominci a guardare gli altri con uno sguardo sospetto, leggermente paranoico, al limite della mania di persecuzione. Quando dico che è tutto un complotto, è perché parlo sempre e solo di me, o comincio a vederci bene là fuori? E i ricordi di me e mia sorella da piccole. Demolire ogni versione degli altri. Ecco le parole magiche che mi ripeto da cinque ore: sono (deviesseredeviessere) di nuovo abbastanza felice (dico abbastanza per non scontentare coloro che credono che quando io sono felice non me la debba godere troppo, la scoperta di un gusto al melone in mezzo al solito gelato, perché già si prefigurano la prossima sciagura, come se io fossi un folletto a macchinetta spinto con forza dentro una scatola pronta ad esplodere e urlare, è qui la festa? la mia festa? che si festeggia? il mio funerale! ehilà! ) ho passato dei momenti di pericoloso down, indesiderati nel bel mezzo della mia splendida convalescenza (perché potrebbe essere meno di splendida una strada meravigliosa che scollina al di fuori della trasgressiva, incasinata, stordente metropoli?), ho lasciato parlare dal profondi dell’esofago la lupa inselvatichita straziata con la zampa nella trappola, l’ululato metabolico, i miei gesti animaleschi erano tutti rivolti a compattarsi verso il basso, un profondo secchio senza fondo  divenuto paradossalmente contenitore di eccitanti soddisfazioni, traguardi, obiettivi raggiunti, emozioni positive che mi sbilanciavano, in realtà non mi ci vuole molto a riprendermi, per questo sono un’artista, un’artista della risalita, un’eroina coi piedi ammaccati e la schiena spezzata la mente una forzuta pianta da parete che si inerpica lungo i pochi metri liberi di un muro tappezzato di istantanee in cui io sono stremata a terra, alcolizzata, o finita dal vomito, il cuore prosciugato di elettroliti in caduta libera sul piano inclinato con un cartello che segnala la percentuale di discesa ma costantemente rabboccati di granelli di minerali in capsule, palliativi estemporanei per l’ansia, diminutori di felicità, livellatori di autostima, degradatori di volontà, in realtà non ci è voluto molto, è bastato rivedere il sorriso sbucare dalla faccina che mi era parsa invecchiata di mia sorella, così come mi si è presentata davanti, all’improvviso, nella sua ineluttabilità e consistenza, la vecchiaia di mia madre. Ho avuto paura, stavo fumando al tavolo di cucina sul foderino plastificato che ci serve a ricoprire la tovaglia bella, con tutta la frutta protagonista e salvatrice della commedia all’appello, i biscotti non mancano, le banane anneriscono al solo guardarmi in faccia per paura di venir azzannate, la realtà è che non tutto dipende da me. Sono stata abituata ad essere il centro dell’universo, per tutti, per la mia famiglia, per il mio uomo, per l’amica delle elementari, io ero così intelligente da coinvolgere tutti, e travolgere tutti. Dico che sono felice, è vero, ma me ne accorgo nell’istante in cui forse è davvero troppo tardi per comprare da qualche parte una dignità, nell’orario di chiusura di tutti i negozi e anche tutti i pub cominciano a sgomberare gli ubriachi dallo scalino. E invece il mondo spazzolerà tutti i nostri capelli come se li acconciasse per noi inconsciamente in una crocchia di una misera vecchina, si porterà via tutto mentre io sono stata impegnata a separare le fragole dalle banane, e mi seccherà le labbra, fino a quando delle persone e con le persone io avrò solo ricordi, e non più prospettive.
Update: mamma dammi un pigiama. Tieni questo che mi si è rinsecchito a lavarlo. Dai è enorme. Dai, è bellino, sembri un guru. Un guru? Sì, sembri Casaleggio. Ah, che culo.

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Elisabetta Pendola

SEO specialist. Specialista SEO organica appassionata di cibo, alimentazione sana, colori e buonumore.

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13 commenti

  1. Se da 28anni di puro egocentrismo ti sposti di più di dieci anni più in là. Ancora prospettiva. Caxxo.

    1. dai dai dai 😉

  2. Buon fine settimana cara, un abbraccio.

    1. smack! <3

  3. E’ una delle poesie che ho letto mille volte e mille volte ho sperato che il “tempo” di esultare sarebbe arrivato.
    Tempo verrà
    in cui, con esultanza,
    saluterai te stesso arrivato
    alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
    e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
    e dirà: Siedi qui. Mangia.
    Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
    Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
    a se stesso, allo straniero che ti ha amato
    per tutta la vita, che hai ignorato
    per un altro e che ti sa a memoria.
    Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
    le fotografie, le note disperate,
    sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
    Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.
    — Derek Walcott-
    Un bacio, dalla mamma2 che ti vuole bene

  4. seitantobrava

    1. graziegrazie

  5. ogni tua parola ha dentro tanta energia..e questo mi piace tanto! 🙂

    1. evvai, mi serve proprio l’energia per ripartire oggi

  6. ranagiovanna dice:

    sarò vecchia ma voglio avere ancora tante prospettive con te e con me!!!!(non so fare l’emoticon delle corna tiè)

  7. io… sto impazzendo…
    ascolta… prima c’era scritto ” vuoi leggere il mio libro ”
    con un’immagine…
    ora non ci sta più!
    Perchpè?

    1. oddio, perchééé??? non lo so nemmeno io! help!

      1. bene 😀
        siamo rovinate 😀
        ma, c’era oppure l’ho sognata?

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