E quindi c’ho un’amica che telefona alla mamma e mi ci metto in mezzo io che urlo dalla mia stanza andiamocene tutte in una comunità lesbica in Texas che questa c’ha una situazione analoga alla mia nei confronti degli uomini. Che c’ha quest’uomo che non sa decidere. Che sta in mezzo a tante situazioni. Tipico. Non sarò la solita esaltata che va a parlare male degli uomini e si chiude a chiave la patata nel cassetto. Non lo farò. Lofacciononlofaccio. Che dice tantogliuominisonotuttiuguali. (Che comunque è vero, non è originale, ma è vero.) Io non ce l’ho su con gli uomini, però quando non ci sono ti rompi le palle, perché quando ci sono sono effettivamente un maledetto passatempo, ti riduci davvero come la brutta caricatura di Bridget Jones (insomma, lei la pagavano per ingrassare!), e ti puoi benissimo distruggere le serate anche senza ubriacarti/drogarti/cantareAllByMyself-con-una-spazzola-come-microfono. Le stronzette che fanno le altre andrebbero sterminate, io sono per il metodo violento, per la liberazione dello spazio vitale, ma valle a beccare, gente così la conoscono solo loro, non troverai mai un’amica dell’amica dell’amica che faccia parte di quella cerchia, si vede che si frequentano tra di loro, fanno parte di un club esclusivo a cui posso accedere i nostri bei galletti. Non ci piace immaginare che una così la possa aver trovata a una mostra di pittura dodecafonica (?). Io ho solo amiche cornute. Le amo tutte (pensateci per quella storia del Texas). Dalla stanza boccheggio e allungo il collo fino a strinarmi i tendini per origliare la conversazione, faccio finta di andare a fumare in cucina (e nel frattempo fumo veramente) per avvicinarmi all’apparecchio telefonico, quell’aggeggino compromettente che una volta scagliai in terra sulla pietra serena della piazzetta nella strada più modaiola e lussuosa di Firenze sua durante una scenata di gelosia, avevo 18 anni, leggevo i messaggini dolci della tipa così fricchettona del mare che scrive poesie sudicie che ti viene sempre da dire: cazzo, ma proprio con quella lì. Perché è sempre questione di chi è quella. Di solito è sempre più brutta, o più scema, spesso entrambe le cose. E poi comincia la spassosissima ascesa verso il mantra subcosciente odiomestessacontuttal’animasonopropriosbagliata. In alcuni c’è disegnato un gatto, in altri un cane, ma anche gli zerbini sono tutti uguali. Machimel’hafattofadistarmalecosìperlui. (E no. Non ti commento se hai il codice Captcha).
Dimmi tutto!