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L’arista alla fiorentina
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Era domenica, avevano comprato al supermercato l’arista alla fiorentina con l’osso, ultimo pasto animale che avrebbe fatto, da cucinare in forno con le patate e i rapini e invitato la vicina di casa. La mamma sì, le aveva telefonato, ma era lontana, laggiù a Palermo, e la voce mozzata dalla tenerezza al telefono non riusciva a colmare quel vuoto che aveva lasciato da una settimana nel cuore di lei per un’ideale più grande, di sicuro più meritevole, così utopistico da sembrare ridicolo, quando non riusciva a occuparsi della figlia, pensava alla pace nel mondo, e lei ne soffriva, giacché la pace nemmeno in casa regnava mai, quando erano tutti insieme, quando si chiamavano ancora famiglia. Regnava forse molto di più adesso che erano tutte schegge impazzite alla deriva, l’uno contro tutti, impegnati per la propria sopravvivenza tra l’odio reciproco, arrancavano ognuno per il proprio pezzetto di felicità. L’arista avrebbe richiesto molto tempo e molta dedizione fin dal mattino, quindi nonostante l’insonnia avrebbe dovuto mettersi a nanna, dovevano partire dalla mattina presto a lardellare e cucire con lo spago, a tagliare le patate a tocchetti, a lavare i rapini, le rodeva molto che quell’ultimo piatto prelibato venisse destinato a una vicina di casa che non le stava neanche simpatica, ma la mamma era lontana, e, era brutto a dirsi, quella domenica aveva bisogno di un surrogato.

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Elisabetta Pendola

SEO specialist. Specialista SEO organica appassionata di cibo, alimentazione sana, colori e buonumore.

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3 commenti

  1. arista con piselli…… ottimo surrogato mammario

    1. amo le critiche NON costruttive ;P

  2. Ciao e piacere di conoscerti 🙂
    Andrea

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