Sono orribilmente, pateticamente, sdolcinatamente felice. Le cose vanno a gonfie vele, ho le giornate costellate di impegni, di lavoro, di scrittura, di lettura, di pasti (cosa importantissima), sono diventata una maialina ambulante sia fisicamente che come mole di cibo che ingurgito ma se tanto devo mangiare, perché devo, tanto vale che me lo faccio piacere e me lo goda fino in fondo ed è quello che sto facendo. Anche oggi gelato al cioccolato dominicano e granita al lime dopo un abbondante pranzo di pasta alla checca (pomodorini e pecorino) pollo alla griglia con rucola e piselli alla fiorentina (bòni in tutte le salse hahaha)… domattina fitwalking con quelli del centro diurno di igiene mentale che mi seguono nel mio ritorno a casa. poi dalla settimana prossima ricomincio anche il club degli alcolisti in trattamento e sono orgogliosa di tornare a partecipare dopo ben un anno e mezzo di assenza dovuta alla mia permanenza coatta in psichiatria e poi alla clinica riabilitativa, non vedo l’ora di riabbracciare i miei vecchi compagni di club! Già ieri l’altro sono uscita a prendere il gelato con Dani e abbiamo fatto una chiacchierata ben proficua e stimolante a non condannare le mie debolezze ma ad accettarle e ad amarle come parte di una normalissima me. Stasera ho voglia di uscire a cena non mi va di cucinare anche se avrei due hamburger da fare assolutamente con le barbabietole o con le carote però ho voglia di chiacchierare con mio padre in un posto che no sia lugubre come casa, anche se ci sto bene a casa eh, abbiamo anche comprato l’armadio ieri tutto in ciliegio ci è costato un occhio ma ne vale la pena, voglio solo le cose migliori. E poi mi manca una persona, una persona che mi piacerebbe tanto tornare a frequentare, è stato il mio primo amore e chissà che non sarà anche l0ultimo e definitivo, so che può spaventare questa cosa ma io mi sento slanciatissima e vogliosissima anche di rinnovamenti sentimentali, mi sento quasi pronta e aperta a nuovi esperimenti. La Grazia del club era commossa nel sentire la mia voce viva di adesso rispetto a quando ero nel pieno della malattia, ha detto che si percepiva anche dal telefono quanto io stia meglio e sono onorata di tornare a far parte del club, che aiuta loro, ma aiuta soprattutto me stessa. Sono stata anche a trovare i miei vecchi infermieri e os di psichiatria e alcuni si sono addirittura commossi, paragonandomi a un passerottino che finalmente ha messo le ali per uscire fuori dal nido e volare. Mi sono commossa anch’io, ho fatto scendere alcune lacrime ripensando al passato, a quando ero lì per morire, ed ora sono qua fuori invece per vivere, è stato lungo e doloroso, ma che soddisfazione. forse questi anni non sono stati del tutto perduti, perché la psichiatria mi ha formata tanto, nel carattere, nella forza, nella dentrifuga della forza della disperazione e poi tutto il bene chiama il bene e io posso solo ringraziarli, tutti, dal più stronzo al più buon infermiere con me, perché mi hanno saputa prendere, e sono difficile da essere presa io, tendo a sgusciare via e barare, ma loro, tutti, compresi i miei genitorì, mi hanno insegnato che la dignità si conquista solo con l’onestà verso se stessi.
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non sono stati anni persi, sei davvero un passerottino che sta spiegando le ali, ti voglio ben anche se non ti conosco…