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L'inconveniente di essere nati La tentazione di esistere

16 febbraio 2012
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E’ un’agonia, ma non voglio stare qui ad autocompiangermi. Stare ventiquattrore su ventiquattro attaccata a un tubo è stremante e io non ce a faccio più. Ma stamattina ho deciso di svegliarmi con un sorriso, e quello mi deve durare tutta la giornata, nonostante i problemi, nonostante tutte le scomodità nonostante tutta la stanchezza che ho di vivere così. Il dottore di turno ieri mi ha detto una frase secca, senza darmi né farmaci per calmare la mia crisi di urla e pianti e convulsioni, né un colloquio decente, mi ha detto soltanto: “sei viva”. E se ne è andato. Al’inizio l’ho mandato a fanculo perché questa non è vita. Oggi però a mente fredda non so bene cosa volesse dirmi ma magari la faccenda era seria, sei viva, punto, sono tutta attaccata, immobile, paralizzata, stanca, stremata, stravolta, MA, viva. Boh. Ho la testa atrofizzata, oltre ai muscoli. Ps: mi sto gonfiando come un pallone. Ma se questo è il prezzo….

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Elisabetta Pendola

SEO specialist. Specialista SEO organica appassionata di cibo, alimentazione sana, colori e buonumore.

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3 commenti

  1. Sara dice:

    Ciao Elisabetta,
    se è confermato in bocca al lupo per domani. Speriamo che sia l’inizio di qualcosa di buono.
    un abbraccio
    Sara

  2. Rebecca dice:
  3. Sara dice:

    Sei viva… per me significa che questa malattia ci insegna molto bene e fino in fondo come farsi male. Si diventa così tanto esperte che l’esito quasi naturale è la morte. Come quando rotoli lungo una discesa, è naturale arrivare fino in fondo. Ti fermi solo quando la discesa è finita. Tu nel rotolare hai incontrato qualche radice o qualche ramo che ha fermato la corsa all’ingiù. Cerca di aggrapparti a quella. Non credo serva a molto dirti “resisti”, cerca di stare bene. La gravità è gravità. La gravità è una forza naturale e vince sempre. Se c’è da rotolare… si rotola. Ma se per caso senti di avere in mano qualcosa che ti tiene ancora a metà della discesa, bè quello lo puoi fare. Stringi il pugno per rimanere almeno a metà della discesa. Lì, esattamente lì gonfiarti come un pallone non è un prezzo, è una necessità e a quella necessità devi affezionarti se non vuoi scoprire cosa c’è in fondo alla discesa. Se vuoi sfidare la natura, non potrai che uscirne sconfitta.

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