Jaele aveva cominciato un’altra settimana, una nuova vita per lei, come ogni lunedì, aria fresca che respirava a pieni polmoni dopo la febbre del giorno precedente. Aveva pianto parecchio quel giorno, di un pianto così grosso e insostenibile da averle affaticato tutto il corpo e gli occhi brucianti non smettevano di sgorgare lacrime. Sabato sera aveva combinato pastticci e aveva litigato pesantemente con la madre, che non ce la faceva più a veder la figlia morirle davanti agli occhi giorno dopo giorno, e sabato aveva davvero esagerato. Aveva oltrepassato il limite, per questo la febbre era affiorata in lei e nei suoi respiri come una scarica di tossine da dover lavare via, e lei si era purificata col sudore e con una doccia che sembrava una preghiera. IL suo cane l’aveva tutta leccata e il suo gattone aveva dormito ai suoi piedi, facendo le fusa, e la febbre era miracolosamente passata, nel mezzo della notte, aveva piovuto e il cielo si era purificato con lei. Per questo il lunedì era così importante. Forse nel pomeriggio non avrebbe incrociato la Roberta che tornava tardi da un corso per gli infermieri, ma dentro di sé non vedeva l’ora di arrivare a martedì mattina per rivederla, abbracciarla e farsi coccolare, quanto le mancava la Roby! E quanto le mancava il dottore… con l’Annamaria non era la stessa cosa, era molto dispiacciuta di questo, ma non si trovava a suo agio con lei…eppure l’avevano scelta per essere il suo tutor, ma Jaele era in tensione a vederla, a parlarci, quasi non riusciva a sostenere il suo sguardo, e questo era di pessimo augurio. Non sapeva se accennarlo o no allo psichiatra matto….se sarebbero cambiate le cose….tante cose dovevano cambiare, anche in lei, ed era lunedì, il giorno della luna, sì, tante cose dovevano cambiare, e tante restare. Adesso il difficile era scoprire quali.
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