Jaele chiacchierava in ospedale con la sua amica Daniela, del più e del meno, ma era stanca stanca stanca di quella vita. Per la prima volta si sentiva veramente stufa e non sapeva come uscirne, attaccata 7 ore al giorno a una flebo ambulante, poteva solo chiacchierare e scrivere, e delle due la prima era la più difficile, per lei così silenziosa, rapportarsi con gli altri era un vero dramma, una tortura che però avrebbe dovuto affrontare perché lei sì, lei sì che sapeva ridere anche di gusto, senza l’aiuto di pasticche né di alcol né di cibo. Il senso dell’umorismo non le mancava, le mancava piuttosto la pazienza, la pazienza di diventare normale, che non era più una banalità ormai. Essere normali era la vera alternativa, la vera originalità che tanto aveva cercato nella maledizione.
Jaele si perde nei suoi pensieri.0 (0)
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