Avevano inventato una canzoncina gospel con il suo cognome, il dottore, quello antipatico, non lo psichiatra matto, l’aveva rimproverata di essere ubiqua e dappertutto, ma quella volta non era colpa sua, la chiamavano da tutte le parti e lei dove la chiamavano correva. Quella mattina era il caos, la Steefania ce l’aveva con la Daniela, la Paatrizia ce l’aveva con la Daniela, la Daniela ce l’aveva con tutti ed era agitata più che mai, forse per l’imminente dimissione. Ecco che la Patrizia aveva ricominciato a ciabattare in su e in giù per il corridoio senza fine, senza quiete, ed ecco che si appropinquava a Jaele in cerca di qualcosa che non trovava mai, forse se stessa. Ma Jaele non aveva delle risposte da dare, a nessuno. Il giorno precedente aveva rinnovato la promessa all’infermiera del reparto sovrastante, che per il giorno del suo compleanno sarebbe guarita e avrebbe fatto una bella festa. Allegra e piena di amici e cibo. No, non un funerale.
Jaele giramondo0 (0)
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