Cioccolato per l’anima e non da salotto
0 (0)

Come sapete sono stata al Salone del cioccolato a Milano e come sapete i miei non sono articoli di cibo (né di altro) preconfezionati senza un perché.

Voglio e amo confezionarli, se parliamo di cioccolata, io con la carta laminata dorata e vergata del mio gusto, avvolgendo qualcosa di qualità: da me non troverete MAI la solita agenzia stampa che parla di tutti e di nulla, da me non trovate la frase fatta, da me non trovate un comunicato guidato, troverete solo il mio sentire.

Tornata da Milano Betta ha bisogno, innanzitutto, oltre che di un urgente detox glicemico 😜 di far affiorare come granellini di sale sulla cioccolata, ciò che DAVVERO si porta a casa da una bellissima e -posso dirlo?- un pelo “soffocante” esperienza multisensoriale

Ci sono cose che mi hanno interessato e colpito, al di là della botta glicemica, e sono a mio parere da valorizzare e in cui credere. Ci sono belle cose come in tutto che ti fanno sentire a casa e nello stesso tempo ti portano lontano.

Sono, manco a dirlo, mi conoscete, il cibo, i prodotti e le aziende che mi hanno raccontato una storia e che raccontano una storia mentre danno la parola al gusto, una storia fatta di persone, non solo di numeri, dati, e grandi nomi deputati al grande show espositivo:

racconti  il cui aroma di fondo e l’ingrediente definitivo è stata l’emozione. Ho percorso un piccolo viaggio sensoriale e evocativo dal tatto alla lingua, ho sentito, tra i tanti assaggi  e pur non essendo, è cosa nota, un’esperta di dolci, il cuore vibrare.

A cose fatte posso dirvi che ho assistito a diversi cooking show, a qualche conferenza, a qualche speaking, ho stretto alcune mani, elargito e ricevuto sorrisi, ho preso appunti, ho scritto il mio nome con il sac a poche sotto istruzioni di una maestra cioccolataia,sono stata in mezzo a tanta gente entusiasta e ho visto e ricevuto anche la noia e l’eccesso.

A cose fatte e a salone concluso, devo dirvi che da FoodjournaList & Lost e nel mio stile, il viaggio più bello (e più buono) l’ho fatto attraverso un assaggio accompagnato dalle parole da chi ha dato materia, letteralmente, ai piccoli morsi che mi venivano offerti, la persona che mi ha raccontato la sua cioccolata era infatti quella che quella cioccolata l’aveva fatta. Interamente in Italia.

IMG_4264

Si tratta della linea  Aruntam di Joyflor, già azienda selezionatrice, importatrice e distributrice di eccellenze alimentari di tutto il mondo per l’Italia, tra cui Pacari, e di cui la creatrice, Pia Rivera, che mi ha letteralmente accompagnata in questo piccolo viaggio percettivo, è titolare.  Aruntam è una serie di tavolette di puro cacao Raw ovvero processato al minimo, completamente vegan e certificate biologiche, dolcificate con solo Zucchero di Fiori di cocco, che sappiamo essere meno impattivo sulla glicemia del comune zucchero di canna, tutte con la medesima percentuale di cacao, 72 1/2 % (un numero che simbolicamente rappresenta la Terra e concepito apposta per dare risalto alle differenze nel gusto e nelle aromaticità, della zona climatica e culturale di nascita del seme crudo, grezzo della fava di cacao. I semi utilizzati provengono infatti -solo come materia prima-  da coltivazioni locali di varie parti del mondo tutte rigorosamente portate avanti nel rispetto e ancor più nella positività del lavoro dignitoso delle persone e delle piccole comunità che hanno in quella terra le radici, secondo i principi di una Filosofia direct & Ecotrade, che in questo modo non è che si “riscattano” (che è parola brutta e degna davvero solo della mentalità di noi occidentali del bel mondo), bensì si Esaltano nel loro valore e nelle loro splendide realtà e complessità.

Un viaggio piccolo sì, ma intenso,  al primo boccone legnoso, sapido, pregnante, poi floreale,  tenue, infine sorprendente e  un pizzico misterioso -mi ha vagamente ricordato la magia della signora del film Chocolat- e poché le nostre preferenze spesso e sempre rispecchiano ciò che siamo, il mio cuore va, inaspettatamente, a occhi chiusi, con uno sguardo all’etichetta a posteriori, a un cioccolato che, udite udite- tra le tante rinomatissime qualità di cacao autoctone che siamo abituati a conoscere del sudamerica- proviene dall’Africa.

Coltivato anche da Donne.

Fatto, Lavorato, e raccontato in Italia.

 

Voglio rifare questo viaggio in mille tavolette da gustare lentamente, e sono sicura ne ordinerò a livello personale in futuro, un granello alla volta, perché come il nostro destino, affiora impercettibilmente, rispecchiandoci. E se un libro come le persone non si giudicano dalla copertina, un’ottima cioccolata  è un ottimo contenuto. Come un libro, ci porta lontano e vicino a noi stessi.

E adesso un buon Brodo detox della Betta:

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]

8 risposte a “Cioccolato per l’anima e non da salotto
0 (0)

  1. Avatar giovannapadricelli

    Solo a guardare sono ingrassata!!!

  2. Avatar ricettagolosa86

    delizia!!!

  3. Avatar giorgia esposito

    😄😄😄😄

  4. Avatar Lella's Kitchen - Dolci GoloSani

    Io ci sono stata per due anni consecutivi, l’ho trovata interessante anche se condivido con te quel lieve disagio per tutto quell’ambiente luccicoso e a tratti eccessivo. Spesso si dà tanto spazio ai grandi nomi già noti e poco ai piccoli produttori, italiani o stranieri, che invece fanno un cioccolato di qualità e sono quelli che ti lasciano di più, perché hanno una una storia da raccontare.

  5. Avatar Paola

    Grazie di averlo fatto conoscere. L’anno scorso ero stata, anch’io colpita da questi piccoli produttori africani, abbastanza smarriti in mezzo a tanto lusso, che chiedevano prezzi bassissimi per i loro prodotti. Ora detox?

  6. Avatar Evaporata

    😛

  7. Avatar Aria Mich

    Gnam gnam 😮

  8. Avatar Paroledipolvereblog

    Che delizzzzia

Dimmi tutto!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Create a website or blog at WordPress.com

Scopri di più da I Feel Betta

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading