Non sono solita ultimamente scrivere riguardo parti e pensieri intimi e non sempre piacevoli o ridanciane parti di me visto che -effettivamente- I Feel Betta = I feel bettah😍: nel vero senso della locuzione -come avrete ben notato dai miei argomenti e dagli sviluppi avvenuti in me nell’arco dell’ultimo anno (questo è rivolto a chi conosce la mia storia fin dall’inizio ma può benissimo rivolgersi al primo che passa: in caso ciao!🙌🏻).
Ma oggi, in appendice a riflessioni e letture che tra me e me, girovagando per Firenze, e lavorando con una mano e con l’altra ahimé fumando una sigaretta, faccio per smaltire il carico emotivo e il suo lato amaro della meravigliosa esperienza del Sentire, sento un grumo e un nodo di forte rimpianto da cui non si scampa e a cui devo far fronte, proprio perché non resti un puro rammarico sterile di lacrime stagnanti, ma un mio ennesimo punto di appoggio affinché un’asticella umida e zuppa di vecchia muffa e piedi feriti e calli e contusioni scivoloni.
Diventi il trampolino per un salto di gioia, sentire la vita anche sprofondando nell’acqua pure più in alto=uguale più a fondo, come una forza uguale e contraria anzi, complementare, sentire che essere lì da solo -se stesso con se stesso- è il bridvido di non stare a tremare di freddo a guardare dagli spalti e dalle tribune e dai troni gli altri sentire il brivido pieno (e la paura, sì) di me stessa dentro me stessa, sola al mondo con mille respiri trattenuti e indicazioni su indicazioni e schemi che erano tutto prima e che saranno la moviola il commento la tiritera di poi, sola e libera nel mondo, in quel centimetro sdruccioloso in cui o sono io, o sono io, pimpa.
Non c’è scampo o c’è scampo
Non c’è scampo : è quel frammento di secondo la lezione più importante che nessun esercizio filosofico -da pulpiti sgretolabili con una risata- al prendere meno spazio possibile, al fare meno schizzi e schiamazzi con tutto il carico nel bene e nel male della mia Persona, mi ha mai insegnato.
Quante cose avrei potuto dire, fare, essere, legittimare, e pensare possibili prima di buttarmi a pensare che valesse la pena sbrigarsi a morire? Tremila infinite. Una a caso, una semplice, una troppo frettolosamente sminuita e sottovalutata e non solo da me che sono arrivata al livello del farsi il segno della croce da atei per la gravità:
Ma quante????
Una su tutte (e mille altre), una semplice, la prima: ad esempio, MANGIARE.
Sentirsi stupidi e MANGIARE.
Io sono STUPIDA (e intelligentissima)! Amo AMO essere stupida!
ADORO essere stupida, e se come mi hanno insegnato che sono quelli che ‘poveri loro’ mangiano o vivono perché non pensano a cose più ‘alte‘….che vivono di stupidaggini e piccolezze. Io mangio e sono stupida. Sono golosa e sono stupida. Scrivo sui libri le minchiate e sul blog le minchiate alla millesima e vorrei solo essere amata, e sono stupida e intelligentissima.
Io leggo Heiddegger perché ho paura che altrimenti come potevo essere amabile da mio padre? Lo trovo un idiota (Heiddegger, però anche mi padre non scherza😂. ) E sono stupida.
Ma sai cosa????
sai cosa???
and you know what????
I FEEL BETTA.
💙
Dimmi tutto!