Nonostante il trasloco assorba forze fisiche e mentali, il percorso è in avanti, che non so se è avanti dritto o avanti tortuoso o avanti un altro solo che a stare decente ci prendo gusto e sono così curiosa riguardo la vita, in continua scoperta e esplorazione col ritardo scandaloso a dispetto dei luoghi comuni e la scaletta burocratica buttata giù da qualcunaltro chissacchì che mi vuol vendere un modello di vita e una vita a scadenze impiegatizie che non segue il ritmo del mio cuore il gap dei 30suonati (embè): la curiosità che col cavolo ha mai ucciso il gatto o il leone, ma anzi rende la sua avventura nel mondo buffa e graffiante da strapparmi con le unghie un tenero sorriso e lasciare pelle e rami e gambi di fiori alla loro natura, senza possederli, ma forse essere in loro, e in loro ascolto, così che quasi ogni volta non mi dispiace di essere questa spontanea imperfetta e sguaiata me e non vedo l’ora che avanti sia Avanti il Prossimo. Oggi è la voglia di particepare in tutto e per tutto al sorriso della stregatta-vita, senza voler tenere troppe redini, e ammanettarmi nelle cinghie della malattia. Non ho condiviso solo un pranzo con due persone belle (mamma e una delle rare amiche simpatiche che adoro di mia madre , il resto sono una caterva di coglioni vari, può darsi che io abbia delle riserve reduci da vecchie ferite interiori mie, ma a posteriori, non è che con gli occhi più lucidi di adesso siano sto fior fiore di simpatia, e non ci vuole una ipersensibilità matta patologica insofferente come la mia per intuirla a pelle, lo schifo che gli fai ad alcune il pregiudizio che hanno e lo hanno tanto più strombazzano a destra e a manca quanto siano militanti di umanità e solidarietà femminile. in ogni caso non glielo dirà mai perché mi scatta come una belva, ma una delle ragioni per cui le sento particolarmente odiose non è neanche mia personale perché ce l’ho col mondo in generale, ma perché non sopporto che alla fin fine.. secondo me i torti maggiori e lo sdegno maggiore non è che lo riservano a me che vabbuò, carisalutiecciao, ma PROPRIO verso mia madre. e questo non lo sopporto. mi fa stare male. mi fa imbufalire. e mi fa ribollire che mamma neanche vuole sentirlo, non vuole sentirselo dire, non vuole sentire la mia opinione al riguardo che però riguarda lei. e allora mi faccio i cavoli miei, e fa male, vado avanti con la mia vita ma con un pezzettino di cuore che lei per loro farebbe e fa tutto, e loro non fanno un cazzo, anzi sì: di fare fanno che la trattano come una sguattera dietro le apparenze e con la doppia faccia dei viscidi mostrano di sé solo il loro lato bello con lei, ma dietro hanno il marcio. e io che il mio marcio quando ce l’ho lo mostro, come unica faccia, come quella davanti insomma, con a volte la disperazione del non sapere fingere e non volere fingere e non avere né pensare niente da ricavarci o da trarre favori e vantaggi, ecco con la brutale unica qualità di non riuscire più a nascondermi o dovermi imporre di non provare e reprimermi e rimuovere estirpare la sofferenza a comando, con questa brutale semplicità di una figlia, passi non vengono neanche notati e percepiti per non parlare di minimamente apprezzati e gioiti, ma ogni errore e mancanza rinfacciata. vabbè vabbè, oggi son felice. perché io lo sono, e perché amo esserlo in mezzo a persone con il cuore cangiante, e la mente colorata. Io con queste persone ci vado a nozze, il Leoncino gongola. Un nutrimento particolarmente felice, per ogni parte e stanza di me. Ridanciana e libera, anche di dire e seguire e farmi permeare da tinte stupide e leggere, ma di uno leggero e stupido “carico”. Impronta di Leoncino. Zac!
Dimmi tutto!