Giorno 5° del Percorso di conoscenza dell’altro in me che la malattia mentale, attraverso l’affronto del sintomo mentale, attraverso una reversione, un’inversione a U del digiuno colpevole, autoassegnato, meritato, tanto a lungo una vita perpetuato, col merito di non avere alcun merito, ma di questa totale assenza di implicazioni o motivazioni -per scelta e per codardia- averne il primato. Oggi, Bronchite mood e giornata difficile. A pugni con la percezione di me, a livello della pelle, del contatto con la lanugine, fatica a riconoscermi in un corpo che perde le sue stupide certezze ossee, l’illusoria e mendace forza rassicurante di rettilinei ipnotici senza deviazioni curve o spazi per fermarsi per respirare e contemplare orizzonti al di là di sé, invece che confinarsi nella mania di restare dentro le lamine dritte, e non farsi distrarre da niente non permettersi altro che un purgatorio di chilometri e chilometri di cartelli allarmistici e regole su come prevenire imprevisti, colpi di sonno, lacrime che annebbiano la vista, fame di guardarsi a destra e a sinistra, ascoltare o trattenere o prestare minim attenzione a una parola dei passeggeri. Ma che dico, nessun passeggero ammesso a entrare in quella macchina calibrata per la lunga via dell’espiazione in terra. Ma un motivo di sorridere si trova sempre, anzi, lo colgo, è il punto forte e dolce della mia cura. E le ruote hanno molte direzioni. Sanno cambiare idea.
Dimmi tutto!