Di nuovo in gioco -mini recensione-
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Di Renzi e del ballottaggio e del telegiornale non gliene fregava niente di niente. Era stata a comprare le palline da attaccare all’albero di natale che le sarebbe stato recapitato Lunedì. Era tutta eccitata e di ottimo umore perché era il 1 di dicembre e tutto stava andando una meraviglia, l’umore era ottimo, era sobria, aveva preparato con le sue mani due dolci vegan e li aveva anche mangiati, un cambiamento dall’anno precedente che aveva del miracoloso, Natale l’aveva graziata l’anno precedente quando era attaccata a un tubo che le aveva anche fatto infezione al fegato e stava per morire, e adesso era in centro a scegliere se attaccare palline rosse, bianche o dorate, all’abete spruzzato di neve. Non era forse questo il più grande desiderio che poteva scrivere nella letterina a babbo natale? Poi sarebbe andata al cinema e poi a mangiare la pizza, il suo pomeriggio era intarsiato di luci, campanelle, chiacchiere con la mamma a perdere il fiato, coccole improvvise e desiderate, sigarette ammollate, libri di ricette e stampini per forno a forma di alberello, folla accalcata di fronte e dentro i negozi, rumori e strepitii di carta che impacchettava regali. Clint Eastwood trasformava il campo da baseball in un’arena western, e faceva centro. Non diceva altro perché voleva che altri lo andassero a vedere, protagonista del film non era il gioco del baseball, per fortuna, altrimenti si sarebbe addormentata non capendoci niente delle regole, ma era il senso del gioco, il senso e il momento dell’abbandono, del campo base e del fuori campo, delle parole che non si riescono a dire, dell’amore cieco e delle le inciampature, del lasciare un figlio libero ma amche stretto a sé, degli errori con le migliori intenzioni…ma proprio le migliori intenzioni alla fine diventavano attori a tutto tondo e in questo senso il film era pervaso da un atmosfera di ottimismo che contagiava e catturava dall’inizio alla fine, ok i personaggi erano sì un po’ stereotipati e il finale era convenzionale come nei peggiori film americani ma non esattamente scontato, era quasi originale nella riflessione morale, personaggi e dialoghi erano nella loro marcata lontananza dalla realtà comunque credibili seppure ma proprio perché archetipo delle figure che rappresentavano, come era giusto che fosse nel cinema di svago perché al cinema ci andava per quello, per vedere l’essenza distillata di se stessa.

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6 risposte a “Di nuovo in gioco -mini recensione-
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  1. Avatar masticone

    non puoi non conoscere il baseball
    te lo insegno io

    1. Avatar elisabettapendola

      devi assolutamente

      1. Avatar masticone

        il baseball è un gioco fantastico.
        Piu difficili da raccontare che da capire. E poi è grande metafora della vita. Pensa solo che al contrario di tutti gli altri che conosci chi ha la palla in mano è in difesa e non in attacco. Basta solo questo a renderlo speciale. E’ un gioco di conquiste. Si parte da casa base e si deve cercare di ritornarci dopo aver toccato la prima, la secondo e la terza base. Quando il battitore batte e comincia a correre può essere eliminato toccandolo con la pallina e lui è salvo soltanto dentro i cuscini delle basi di cui sopra. E per questo ci sono gochi psicologici tra il lanciatore che deve tirare a casa e lui che cerca di passare da una base all’altra.
        vabbè dal vivo sarà piu semplice
        trust me

        1. Avatar elisabettapendola

          I do trust you, really -___-

  2. Avatar Lucio Gialloreti

    Tutta la mia felicita’ , cara Elisabetta, per questa differenza abissale fra questo e il precedente Natale!! E quindi doppiamente forza mo’! Dolce domenica connun forte forte abbraccio!

    1. Avatar elisabettapendola

      sto, stiamo andando alla grande, con l’astinenza e con la felicità che aumenta a dismisura in questo week end in cui mi aspettavo il peggio del peggio e invece si è rivelato una sorpresa! stasera gioca la Fiore, forza mòòòòò

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