Che bella la libertà però, per quanto tempo l’ho sacrificata all’altare di una gabbia dorata quale è la mia malattia….e me la guadagno giorno per giorno, la sto scegliendo minuto per minuto, come una partita giocata sfoderando tutte le armi. Stasera cucino per la vicina di casa: pollo marinato al lime e coriandolo su letto di riso Jasmine, l’ho preso dal libro dei cinque ingredienti che ho regalato a mio padre tanti anni fa ormai, ma è ancora squisito, almeno all’occhio, speriamo mi venga bene detesto deludere e deluderMi anche in queste piccole cose, il perfezionismo mi è rimasto in tanti campi ma potrei utilizzarlo come una qualità magari un giorno, più avanti, quando deciderò che bisogna innanzitutto provare, allora sì che non si fallisce in partenza. Oggi ho fatto una cosa di grande coraggio: ho buttato via tutta la spazzatura di pasticche residue che mi servivano come copertina di Linus in assenza di alcool e altri sedativi distruttivi, e insieme ci ho buttato via anche un Elisabetta esplicita tenendo cara quella latente, buttato quella che urlava e scalpitava come una bambina viziata dai vizi dei vizi e per sempre figlia adorata. Adesso sono una donna, forse meno apprezzata, che eppure cucina per gli altri e anche finalmente un po’ per sé, che anima il focolare e lo spegne la notte, che si prende cura di se stessa e di chi ama, che lava per la prima volta i piatti e stende i panni macchiati dalla consumazione dei giorni invece che dalla di loro fuga.
Dimmi tutto!